I fatti risalgono allo scorso 19 agosto 2021, quando Filippo Tripoli è stato picchiato selvaggiamente a Bagheria su ordine del capomafia Massimiliano Ficano. Il giovane siciliano non voleva rispettare le ‘regole’ che volevano imporgli ed è per questo che è stato aggredito da due uomini. Si tratta di Bartolomeo Scaduto e Ivan Salerno, un terzo complice faceva invece il ‘palo’.
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L’aggressione a quanto pare era solo un avvertimento. Al ragazzo sarebbe potuta finire peggio se i carabinieri non avessero arrestato i suoi aggressori. Nei giorni scorsi altre otto persone sono state arrestate, anche loro facenti parte del clan mafioso di Bagheria e responsabili di aver ordinato la morte di Tripoli. Per le indagini gli agenti avevano piazzato delle microspie, questo è ciò che hanno detti su Filippo Tripoli: “Lo facciamo chiamare lo portiamo in campagna e lo scanniamo come un vitello“. Prima di ucciderlo avevano però deciso di dargli un’altra ‘lezione’ con la speranza che questa volta avrebbe iniziato a rispettare le loro regole.
Filippo Tripoli ha continuato però a non farsi intimidire. Si era procurato un’accetta e diceva in giro che avrebbe dato fuoco ad un locale di Ficano inaugurato da poco. Gli uomini del boss erano pronti ad ucciderlo. Prima dell’arresto Scaduto aveva detto: “Lo prendiamo, o lo lasciamo lù, o lo prendiamo e lo buttiamo in un cassonetto di immondizia. Ci dobbiamo organizzare questa volta bene, che dobbiamo fare le cose perfette”.