San Giovanni Gemini – Per l’evento “Giovaninfesta” di questo 2014, tenutosi in un piccolo centro montano della provincia di Agrigento, l’arcivescovo Francesco Montenegro ha coinvolto una folla di ragazzi d’età tra le più varie con l’incitazione: “Chi non salta mafioso è“. I presenti erano circa 3.000, affollatisi attorno al palco dal quale l’uomo ha fatto un breve discorso sull’importanza della lotta alla mafia ed alla rassegnazione verso una realtà non più favorevole alla realizzazione di ogni cittadino. Anche lui, come i presenti, indossa sulla tonaca una maglia bianca e rossa, simbolo dell’evento annuale, quest’anno la 30esima edizione, per la sensibilizzazione dei giovani italiani alle vere difficoltà della vita.
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Con queste premesse, sempre parlando al microfono, l’arcivescovo ha lanciato lo slogan esplosivo, che ha riunito in un unico grido i presenti. Lo stesso Montenegro ha cominciato a saltare, continuando ad intonare lo slogan e con lui tutti i giovani presenti, anche quelli che precedentemente si erano seduti sull’asfalto per ascoltare i discorsi di un uomo di chiesa come altri. Lo spirito vissuto in quel momento trapela, stranamente, anche dallo schermo digitale di chi assiste postumo alla scena e l’incitazione dell’arcivescovo di Agrigento funziona, perché saltano davvero tutti.
La scena risulta quasi commovente, perché il popolo meridionale è sicuramente il più devastato da mali quali la mafia. Peraltro, diversamente da come si potrebbe credere, l’evento “Giovaninfesta” è stato voluto dalla Chiesa di Mazara: oggi questa ricorrenza raccoglie giovani da gran parte della Sicilia, diffondendo la propria eco in tutta la penisola. Il comune, peraltro, si è reso noto di recente anche per i risvolti del delitto della piccola Denise, perché pare che proprio lì sia stato sepolto il cadavede della bimba scomparsa, ormai, una decina di anni fa.
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