Olanda Matteo Messina Denaro

Olanda, blitz per Matteo Messina Denaro ma era un turista inglese

Una fuga, quella di Matteo Messina Denaro, ricercato dal 1993, che va avanti da trent’anni e che si era pensato potesse finire martedì scorso.
Il colpo del secolo, o almeno così sembrava, si è rivelato un clamoroso scambio di persona.
Dopo una settimana dall’accaduto emergono le prime verità su un blitz, avvenuto in Olanda, con l’arresto di tre persone.
L’uomo fermato diceva di essere un uomo d’affari inglese e di trovarsi in Olanda per seguire il Gran Premio.
Uno scambio di persona clamoroso che ha messo in imbarazzo gli investigatori olandesi e la Procura di Trento, che ha lanciato la segnalazione di arresto.

Olanda: l’operazione andata male

L’operazione è stata condotta dal procuratore Sandro Raimondi e dagli investigatori del nucleo di polizia giudiziaria, chiedendo alla polizia olandese di fare un blitz al ristorante Het Pleidooi.
I tre malcapitati turisti sono stati ammanettati e bendati, per essere poi caricati su un furgone.
Se il mio cliente è un boss mafioso, io sono il Papa“, ha detto Leon Van Kleef a difesa del suo assistito.
Decisivo il test del DNA.
Questa mattina, il procuratore della Repubblica di Trento, Sandro Raimondi, non ha risposto alle domande dei giornalisti sulla vicenda ma ha precisato che l’ordine di cattura europeo non è partito dai suoi uffici.

Le prime dichiarazioni

Abbiamo operato in maniera corretta“, dice il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.
Se l’indagine di Trento avesse avuto profili di sovrapposizione con l’inchiesta della Procura di Palermo allora sarebbe stato dovuto il coinvolgimento anche di quell’ufficio. Ma l’indagine di Trento, che non riguardava il latitante, era fondata su fatti autonomi”.
L’avvocato del turista inglese ha detto: “È stato un incubo e sarebbe potuto capitare a chiunque, in questo caso è toccato al mio assistito. Quando mi hanno avvertito che era stato arrestato perché scambiato per il boss della mafia Matteo Messina Denaro, ho creduto che si
trattasse di uno scherzo”.
Sapevo che il mio cliente era nato e cresciuto in Inghilterra ed ha un marcato accento di Liverpool. Era evidente che c’era stato un fraintendimento”.