Il fascino delle splendide opere di Gustav Klimt, pittore austriaco esponente dell’Art Noveau e tra i fondatori della Secessione Viennese, si dimostra un’incredibile fonte di ispirazione per il lavoro di Inge Prader, fotografa nativa di Vienna che lo scorso autunno aveva esposto per la prima volta i suoi scatti in occasione del Life Ball, evento di beneficienza per persone colpite da HIV e AIDS.
La scelta di Prader è caduta su una particolare fase della produzione artistica di Klimt, ovvero il cosiddetto ‘periodo d’oro’. Si tratta di un periodo che vede in primo piano uno spiccato linearismo, l’uso di colori smaltati e soprattutto di materiali preziosi propri delle arti applicate, tra cui oro, argento e la tecnica del mosaico. A questo si aggiunge l’importanza dell’elemento ornamentale, che non viene più considerato subalterno rispetto al soggetto, bensì diventa il centro della composizione.
La fotografa austriaca è riuscita nell’intento di creare dei veri e propri quadri umani, dominati naturalmente dal Leitmotiv del periodo dorato. Il risultato è stupefacente per la minuzia con cui ogni dettaglio è stato curato: il sontuoso allestimento delle scenografie, i costumi e gioielli, la perfezione dei giochi di luci fanno da sfondo a decine di uomini e donne in pose ieratiche circondati da mostri, guerrieri, cavalieri, angeli e fauni. Prader è riuscita a catturare perfettamente anche le figure più complesse da ricostruire, quali figure mitologiche e fantastiche, il cui impatto visivo è senz’altro un degno omaggio all’opera di Klimt. Molto ben riuscito anche il tentativo di riproporre il quadro La morte e la vita, dipinto dal pittore in un momento in cui stava cominciando il distacco dall’utilizzo per evolversi verso uno stile che mira a sfruttare maggiormente le potenzialità espressive del colore. Nel complesso il lavoro di Inge Prader non può che essere oggetto di ammirazione ed apprezzamento per aver raggiungo l’obiettivo tutt’altro che semplice di catturare l’atmosfera magica e onirica del grande artista austriaco.