INDIA – Spesso in questo paese, camminando in quartieri in via di sviluppo e dove il settore dell’edilizia è in forte crescita, è consuetudine vedere bambini e bambine legati con corde ad alcuni massi mentre i loro genitori lavorano poco più in la, senza poter prestare loro attenzione.
Una coppia indiana può lavorare per 250 rupie al giorno, che equivalgono a poco meno di 5 euro, scavando per tutto il tempo buche che permettono di far passare i cavi dell’elettricità o trasportando mattoni per costruire abitazioni di lusso o nuove strade. Questo stile di vita non permette alle famiglie indipendenza economica, soprattutto quando arrivano dai paesi limitrofi in cerca di lavoro e si accontentano anche di paghe inferiori alla media.
Sovente un quinto dei 40 mila lavoratori del settore edile sono donne e immigrati da paesi molto poveri, come per esempio il Bangladesh, che si spostano di città in città seguendo le necessità del settore. I bambini sono così costretti a passare i loro primi sette, massimo otto anni di vita legati a una pietra senza trascorrere il loro tempo con altri bambini negli asili che, come ha spiegato Save the Children India, sono molto costosi e non accessibili a tutte le famiglie.
“Dovrebbero esserci più strutture per accogliere i bambini, sia pubbliche che gestite dalle aziende di costruzione. Questi bambini hanno diritto a stare in un luogo sicuro, invece sono tenuti in strada dove rischiano di rimanere feriti”, denuncia.