Un numero sempre crescente di persone, che si fanno chiamare transabili, compiono atti di autolesionismo al fine di procurarsi una disabilità. Il loro scopo è amputarsi un braccio o un gamba, rendersi ciechi o sordi o altro perché non si sentono a loro agio con il loro corpo, quasi come succede alle persone transgender. Molti di loro, prima di procedere con l’autoamputazione, provano per mesi a tagliare in modo netto pezzi di carne oppure organizzano degli “incidenti”.
Alexandre Baril, un docente universitario del Quebec, tiene lezioni proprio sull’argomento e ne ha fornito una spiegazione: “definiamo transabilità il desiderio o la necessità di una persona identificata come abile da altre persone a trasformare il proprio corpo per ottenere una menomazione fisica. La persona potrebbe desiderare di diventare sorda, cieca, amputato, paraplegica. È un desiderio davvero forte”.
La comunità dei transabili sta incontrando delle ovvie difficoltà a farsi accettare. Ovviamente, i veri disabili, coloro che non hanno scelto di vivere senza una parte del corpo, li guardano con disgusto e disapprovazione; i transgender, invece, se ne allontanano perché temono possa danneggiare la loro causa. In pratica, il desiderio dei transabili di amputarsi una parte del corpo può essere assimilabile a coloro che ricorrono alla chirurgia estetica per ottenere il corpo perfetto.