È guerra aperta ormai fra gli Stati Uniti e la storia in merito a Cristoforo Colombo, il navigatore genovese da sempre riconosciuto come “scopritore dell’America”. In realtà, da alcuni anni, gran parte della comunità americana ha cominciato a contestare apertamente la figura dell’italiano che, in un battibaleno, da colui che ha avuto il merito di scoprire il Nuovo Mondo è diventato il responsabile di diversi atti e vicende poco edificanti, tra colonizzazione e massacro dei nativi locali.
Sulla scia di questa profonda e recente rilettura della storia, la città di Los Angeles ha deciso di rimuovere la statua di Cristoforo Colombo eretta nel cuore del Gran Park. La scultura rappresentava una donazione della comunità italiana del Sud della California ma ora, com’è già accaduto in altre zone degli States, anche questo monumento è sparito per sempre in piena contestazione verso le presunte scelleratezze che si sarebbero susseguite dopo l’approdo del navigatore sul continente americano.
Come riporta “Il Corriere della Sera”, l’iniziativa di rimuovere la statua dell’esploratore ligure è stata lanciata da Mitch O’Farrell che, oltre ad essere un consigliere comunale di Los Angeles, è anche discendente di una tribù di nativi americani, e per questo motivo sente molto l’importanza della questione. Nel motivare la decisione di abbattere una volta per tutte il monumento issato in memoria di Colombo, il politico lo ha definito “responsabile di diverse atrocità”, aggiungendo che in seguito alle sue azioni si è aperta una lunga fase di violenza che ha rappresentato “il più grande genocidio della storia”. Di conseguenza, non solo nella città californiana, ma anche in altre aree, bisognerebbe smetterla di celebrarne e omaggiarne la memoria.
Proseguendo nelle sue spiegazioni, O’Farrell ha anche affermato con fermezza che sarebbe il caso di ricordare una volta per tutte che “Colombo non ha scoperto l’America”, siccome nel corso della sua navigazione non ha mai toccato le coste nordamericane, dove nel XV secolo già vivevano da tempo milioni di indigeni. E così ancora una volta il consigliere comunale di Los Angeles ha lanciato un appello affinché non vengano più organizzati eventi e commemorazioni per ricordarlo con onore.
Come abbiamo anticipato in apertura, già da qualche anno negli Stati Uniti la figura storica di Cristoforo Colombo è finita nel mirino di accuse e polemiche che hanno raggiunto il culmine in seguito agli scontri razziali di Charlottesville, quando tre uomini appartenenti al movimento pro-immigrati vennero uccisi da un gruppo di suprematisti bianchi. Di lì a poco, in segno di protesta, vennero abbattute, rimosse o danneggiate le statue del navigatore di Genova. Anche il sindaco di New York, Bill De Blasio, è sceso in campo per chiedere il cambiamento del nome di Columbus Circle, ossia la piazza che si trova nei pressi di Central Park.
Sempre a Los Angeles – che sta dimostrando di essere una delle realtà statunitensi più attive nel voler cancellare la figura di Cristoforo Colombo dal Paese – sono state ufficialmente rimosse tutte le celebrazioni inneggianti al 12 ottobre, il cosiddetto Columbus Day, rimpiazzate dal “Native and Indigenous native people day”.
Patrizia Gallina