Il monologo sul “politically correct” del duo comico pugliese non è stato apprezzato da tutti e, anche il cantautore Michele Bravi si è schierato contro Pio e Amedeo al Concertone del primo maggio. Una risposta precisa e diretta, con la quale il giovane artista ha voluto lanciare un messaggio per far riflettere su quanto andato in onda venerdì sera.
Michele Bravi contro Pio e Amedeo: il discorso del duo comico
Dopo lo sfogo di Fedez, che ha tenuto banco durante lo scorso weekend, anche Michele Bravi si è espresso sul palco dello spettacolo tenutosi a Roma nella giornata di sabato. L’ex concorrente di X Factor ha voluto citare una parte del discorso tenuto da Pio e Amedeo in occasione del loro programma televisivo, Felicissima Sera. I due comici hanno affrontato diverse tematiche legate al politicamente corretto, prendendo di mira anche gli stereotipi sugli omosessuali. “Nemmeno ricchione si può dire più, ma è sempre l’intenzione il problema. Così noi dobbiamo combattere l’ignorante e lo stolto. Se vi chiamano ricchioni, voi ridetegli in faccia perché la cattiveria non risiede nella lingua e nel mondo ma nel cervello: è l’intenzione. L’ignorante si ciba del vostro risentimento“, hanno detto i due in prima serata.
La risposta di Michele Bravi sul palco del Concertone del primo maggio
Proprio in merito a queste affermazioni si è espresso Michele Bravi che, al termine della sua esibizione, ha dichiarato che anche le parole sono importanti, e non contano soltanto le intenzioni. “Le parole scrivono la storia, anche quelle più leggere possono avere un peso da sostenere enorme“, ha raccontato il cantautore. “Io ci ho messo tanti anni a trovare le parole giuste per raccontare il mio amore per un ragazzo, e per me è un onore essere su questo palco per continuare a dare il giusto peso alle parole“, ha poi concluso lo stesso. Un gesto che il giovane, da anni impegnato nella difesa dei diritti Lgbt, ha voluto ribadire dal palco del Concertone. Il discorso di Pio e Amedeo, infatti, aveva già sollevato diverse polemiche sul web, accusati di essersi dimostrati poco sensibili nei confronti di una problematica sempre più presente in Italia.
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