Lampedusa. Ancora una volta si ripete il dramma che vede vittime, ormai sempre più spesso, gli immigrati che sbarcano in Italia con navi clandestine: l’imbarcazione di 20 metri, a bordo della quale viaggiavano gli sventurati, si è ribaltata a circa un miglio e mezzo al largo dell’isola ed ha successivamente preso fuoco a causa di una coperta che i passeggeri avrebbero incendiato per segnalare il proprio arrivo agli abitanti dell’isola. A far propagare velocemente le fiamme è stata una perdita di carburante, presente probabilmente già da prima dell’accaduto. Ora si può intravedere solo parte dello scafo della nave, dato che è ormai riversa nelle acque lampedusane. I corpi senza vita ripescati dalle acque o ritrovati sulla battigia sono 93, ma si teme che le acque restituiranno alla riva altre centinaia di cadaveri: sono stati soccorsi finora soltanto 155 passeggeri, stando al bilancio ufficiale, mentre il totale numero dei passeggeri era di circa 500 tra eritrei e somali, probabilmente arrivati dalle coste libiche. Uno dei presunti scafisti è stato fermato, mentre le azioni di soccorso continuano e dalla politica italiana si fanno già sentire diverse polemiche. L’allarme del naufragio è stato dato dall’equipaggio di due pescherecci che transitavano nella zona, eppure alcuni sopravvissuti hanno affermato che gli stessi non avrebbero prestato loro alcun soccorso.
Il premier Enrico Letta ha commentato l’evento come una “tragedia immane”, affermazione alla quale il sindaco di Lampedusa ha risposto con un ironico invito: “Venga a contare i morti con me il vice premier Angelino Alfano sull’isola.” Anche Napolitano chiede di “rivedere l’asilo”, affinché tragedie del genere siano evitate in futuro e si possa trovare una soluzione alla questione degli sbarchi clandestini. Dai piani alti della politica italiana arrivano anche le prime critiche. La Lega si scaglia contro la presidente Boldrini ed il ministro Kyenge, incolpandole di essere moralmente responsabili dell’accaduto: “La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita, che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo, porta a risultati drammatici come questi. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi.” Laura Boldrini risponde alle accuse con un messaggio di non rassegnazione alla realtà che ci circonda, anche se tragica, “consapevoli o no di quella ‘globalizzazione dell’indifferenza‘ che proprio a Lampedusa Papa Francesco ha denunciato in modo sferzante” e la presidente della Camera annuncia il suo arrivo tra i soccorsi a Lampedusa: “C’ è da essere orgogliosi del modo in cui la Sindaca sta gestendo questa ennesima tragedia, con grande umanità e nel rispetto delle leggi. Le ho preannunciato che, nelle prossime ore, compatibilmente con lo svolgimento dei lavori d’aula, sarò nell’isola a portare la solidarietà e il cordoglio della Camera dei deputati.” Il ministro per l’integrazione Cècile Kyenge risponde agli attacchi della Lega cercando di portare le polemiche politiche nella direzione dei soccorsi alle vittime, che ora dovrebbero essere la priorità: “Non è il momento di dare colpe a qualcuno ma semmai di rimboccarsi le maniche. Ognuno deve trovare soluzioni e non fomentare paure, dobbiamo alimentare la politica del dialogo.”