Ucciso – Solo qualche tempo fa, Joele Leotta parlava della sua nuova avventura su Facebook, lo stesso social network su cui adesso chi lo conosceva chiede giustizia per la sua tragica, inspiegabile morte. Era un 19enne italiano trasferitosi circa 10 giorni fa a Madistone, capoluogo della contea britannica del Kent, ma il giovane era originario di Nibionno, in provincia di Lecco: “Donne e lavoro, qua è tutto perfetto“, scriveva il 17 ottobre in un post di Facebook, soddisfatto. Sono 8 i ragazzi del posto, di età compresa tra 21 e 25 anni, che hanno, invece, deciso di porre fine alla sua grande avventura, pestandolo e colpendolo con un coltello fino alla morte. Prima di quel fatidico giorno, Joele aveva trovato lavoro con un amico, Alex Galbiati, in un ristorante vicino alla loro nuova residenza, il Vesuvius Restaurant, gestito da alcuni napoletani: qui sono apparsi per la prima volta gli 8 che, da quel momento, hanno cominciato ad importunare Joele ed il suo amico, accusandoli di rubare il lavoro ai residenti del luogo. Le molestie sono, infine, culminate in un raid con cui il gruppo ha sorpreso i due ragazzi nel loro alloggio: il pestaggio con calci e pugni è stato soltanto una fase preliminare a quello che si è concluso come l’omicidio di Joele Leotta. Non si sa se chi ha usato la lama di quel coltello contro di lui avesse davvero intenzione di porre fine alla sua esistenza o volesse soltanto dare un avvertimento ai due italiani appena arrivati in Inghilterra, tuttavia anche le condizioni in cui, all’arrivo dei soccorsi medici, versava Alex, l’amico di Joele, erano gravi: il ragazzo ha riportato serie lesioni al collo, alla testa ed alla schiena, ma è stato considerato fuori pericolo e, quindi, dimesso. La dichiarazione della morte di Joele è stata fatta in via ufficiale dal Ministero degli Esteri ai Carabinieri nella giornata di ieri. I genitori di entrambi i ragazzi si sono precipitati in Gran Bretagna per assistere alle indagini: in particolare, i familiari della vittima sono costantemente sostenuti dal personale del consolato italiano. Di fatto, sull’accaduto si è espresso da Londra Massimiliano Mazzanti, Console generale d’Italia, confermando che “sono in corso le indagini di polizia e”, continua, “siamo in attesa di capire esattamente cosa sia accaduto. Aspettiamo di conoscere lo svolgimento dei fatti, fino a quel momento”, sottolinea il console, “ogni ricostruzione è illatoria.” Di fatto, dall’Italia, in particolare dalla cittadina di Nibionno, si fa sentire la “comunità sconvolta” dall’omicidio del giovane Joele: lo afferma il sindaco, Claudio Usuelli, il quale ha anche confermato la versione secondo cui il gruppo degli 8 colpevoli avrebbe “sfondato la porta della loro camera, urlando: ‘italiani di m****, ci rubate il lavoro!‘”, informazioni che lo stesso sindaco avrebbe ottenuto da “fonti attendibili”. Sui colpevoli, ora in stato di fermo presso la stessa polizia del Kent, il console Mazzanti ha accertato che essi sicuramente non sono di nazionalità inglese, tesi avvalorata anche dalle dichiarazioni di un portavoce della polizia, che lo ha potuto affermare con certezza: ciò esclude la pista che ricondurrebbe il delitto ad un episodio a sfondo razziale, ma per ulteriori risvolti bisognerà aspettare che altri dettagli sulla ricostruzione della dinamica degli eventi siano rilasciati ufficialmente.