Nove anni dopo l’omicidio del giovane Federico Aldrovandi da parte di quattro poliziotti, un nuovo episodio scatena rabbia e vergogna. Oggi pomeriggio tre dei quattro assassini sono stati accolti da un lungo applauso ad un congresso del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia). Sono Paolo Forlani, Enzo Pontani e Luca Pollastri: per loro scatta la condanna in primo grado nel 2009, per l’omicidio di Aldrovandi, causato da un “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi”. La sentenza verrà poi confermata nel 2011 dalla Corte d’Appello e nel 2012 dalla Corte di Cassazione, condannandoli a tre anni e sei mesi di reclusione (di cui tre anni coperti dall’indulto).
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Un primo scandalo risale già al gennaio 2014, quando Enzo Pontani e Luca Pollastri sono stati riammessi in servizio in ruoli amministrativi. A questa decisione sono seguite manifestazioni a cui hanno partecipato migliaia di persone. Quella di oggi è la classica goccia che fa traboccare il vaso e non può che scatenare tutta l’opinione pubblica: una notizia che non può restare inascoltata e su cui è bene che tutti riflettano. Le parole di disperazione ed incredulità di Patrizia Moretti, madre di Aldrovandi, commuovono e riassumono la gravità di questo gesto: “E’ terrificante, mi si rivolta lo stomaco. Cosa significa? Che si sostiene chi uccide un ragazzo in strada? Chi ammazza i nostri figli? E’ estremamente pericoloso”.
Ancora, sul suo profilo Facebook: “Il Sap applaude a lungo i condannati per l’omicidio di mio figlio: provo ribrezzo per tutte quelle mani”. Già nel marzo 2013 Patrizia Moretti aveva risposto platealmente agli agenti di polizia del Coisp che manifestavano sotto il suo ufficio, mostrando la foto del figlio ucciso. Queste sono le persone a cui tutti noi cittadini ci dovremmo affidare e che dovrebbero tutelarci, nella convinzione comunque che rappresentino solamente delle tristi eccezioni.
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