Spacciavano carne di bestiame meticcio per taglio di prima scelta: in realtà era infetta, ma non è arrivata alle nostre tavole in tempo per costituire un’emergenza. Infatti, i Nas di Perugia hanno sventato una prima organizzazione che avviava al commercio in loco di bovini infetti, con l’aiuto anche di medici che eludevano i controlli sanitari ed assicuravano la riuscita del piano. Quest’ultimo prevedeva grandi profitti, poiché la carne era venduta come di razza, mentre le perquisizioni dei carabinieri hanno portato alla luce la verità.
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Nello specifico, gli animali venivano portati al macello da due aziende (perugina ed aretina) che li prelevavano dai terreni meridionali in cui erano cresciuti senza le dovute misure sanitarie. I controlli medici erano gestiti da veterinari che avevano il compito di eludere le ispezioni istituzionali: alcune delle malattie da cui i bovini erano infettati sono risultate trasmissibili anche all’uomo. La scoperta di questo sistema è stata fatta dai Nas all’inizio dell’anno scorso ed ha portato al sequestro di 4 aziende agricole ed all’abbattimento di 500 bovini per un valore di oltre 2 milioni di euro.
La fase successiva dell’operazione, condotta dal comandante Marco Vetrulli, ha visto la ricostruzione dell’organizzazione criminale nei minimi dettagli. Il più ampio sistema aveva al proprio servizio circa 56 allevatori, 6 veterinari delle Asl meridionali di Perugia, Arezzo, L’aquila, Foggia, Potenza, Matera e 3 autotrasportatori. I medici si occupavano anche della falsificazione dei documenti relativi al trasporto del bestiame, così che i bovini meticci potessero passare per animali di razza.
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la conclusione dell’indagine denominata “Lio” non ha, però, posto fine agli accertamenti dovuti: dopo i 500 capi di bestiame abbattuti nello scorso anno, sono in corso verifiche anche per altri 100 e più animali del genere. Il ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina e le associazioni della categoria si sono complimentati con i Nas intervenuti nell’operazione per l’efficienza con cui il piano criminale è stato sventato. Se, infatti, quelle carni fossero giunte sulle tavole italiane, il pericolo sarebbe stato molto più significativo. Per quanto riguarda il rischio di contagio costituito dai bovini abbattuti, ma che potrebbero aver già infettato altri simili, basta ricorrere al congelamento od alla cottura approfondita del taglio, come descritto dal comandante Vetrulli.