Roma – I legali di Sabrina Misseri tentano la via del carcere cautelare: dato che la ragazza avrebbe ucciso la povera Sarah Scazzi per un impeto d’ira, non sarebbe più un pericolo per la società. A curare il caso della cugina dell’assassina sono stati gli avvocati Coppi e Marseglia, i quali hanno rifiutato l’ordinanza del tribunale del Riesame di Taranto, che il 18 febbraio di quest’anno ha confermato la misura cautelare in carcere. Invece, i legali della ragazza si stanno battendo per ottenere misure meno rigide nei suoi confronti.
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“Al di là del fatto che noi la riteniamo innocente, dopo quattro anni è eccessivo dire che sussistono ancora le esigenze cautelari. Per noi i domiciliari sono sufficienti”, hanno dichiarato i legali sulla vicenda. A prescindere che si tratti di Sabrina Misseri, dunque, le misure adottate finora sarebbero troppo severe, almeno secondo quanto esposto dalla difesa. In risposta, il pg della Cassazione Antonio Gialanella ha richiesto che la giovane resti in carcere, durante l’udienza a porte chiuse nella quale si è discusso del ricorso presentato dai legali.
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“Si è sempre detto che si è trattato di un omicidio di impeto“, fa notare l’avvocato Coppi, “anche per questo le esigenze cautelari sono cessate, non si capisce come un delitto di impeto possa essere reiterato.” E’ attesa per stasera la sentenza della Prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Umberto Giordano. Intanto, Sabrina è detenuta al carcere di Taranto insieme con la madre, in custodia cautelare dopo la condanna all’ergastolo.