La grande bellezza: ecco da dove deriva l’Oscar di Sorrentino

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Oscar alla Grande Bellezza – Ha riempito le sale Italiane con un incasso totale di sette milioni. Ha diviso la critica Italiana ma unito quella internazionale ricevendo ampi consensi. Dopo essere stato presentato in concorso al festival di Cannes vince l’oscar il 4 marzo del 2014, come miglior film in lingua straniera.
Viene poi trasmesso in onda martedì sera sul piccolo schermo, nonostante la critica esercenti cinema dei sottotitoli avesse considero che la proiezione del film potesse penalizzare l’ulteriore sfruttamento dell’opera all’interno della filiera audiovisiva.
Il giornalista critico di teatro, Gep Gambardella, che ha pubblicato soltanto un libro ‘L’apparato umano”, non riesce più a trovare la sua ispirazione, circondato da tanta mondanità, il suo scopo è avere non solo il potere di fare le feste, ma anche rovinarle. Ogni tanto si concede un attimo di ebrezza assaporano le albe di Roma, per poi ritornare alla sua mondanità.
«Mi chiedono perché non ho più scritto un libro. Ma guarda qua attorno. Queste facce. Questa città, questa gente. Questa è la mia vita: il nulla. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?». Sembra il segno di un fallimento durato un’intera vita.
”Ma veniamo al nocciolo della questione, da dove deriva tanto successo così immediato di un film tanto discusso?”
In teoria il film sarebbe un prodotto di Giampaolo Giuliano e Francesca Cima per conto della Indigo film di Roma, e fin qui tutto bene, se non ci fosse una spesa sostenuta dal nostro ex premier Silvio Berlusconi di 6,5 milioni.
Ma ovviamente non è finita qui. Passando alla pratica il film sarebbe un prodotto di Giampaolo Letta, il quale ha l’importante compito di impedire il libero mercato multimediale in Italia, nonché amministratore delegato dell’azienda Medusa film, da cui deriva la vera produzione.
Insomma anche qui ci ritroviamo Pd – Pdl – Lega nord, tutti insieme appassionatamente.
La vincita del film ha lo scopo di esaltare il ”prodotto Italia” che aprirebbe la strada a investimenti, stimolando giovani autori, ma probabilmente con questo atteggiamento si metterà in fuga chi di cinema si occupa, attirando squali di diversa natura che in realtà sono interessati solo ad affari lucrosi con Silvio Berlusconi, allontanando le persone veramente talentuose e competenti, ormai è chiaro che senza passare per vie politiche non si arriva molto lontano.