Obbligatoria la tassa sui telefonini: 12,91€ mensili per solo possesso

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Roma – La tassa di concessione governativa sui telefoni cellulari, pari a 12.91 euro mensili, diventa un obbligo: è quanto stabilito dalle sezioni unite civili della Corte di cassazione. Tutto è nato dalla richiesta di rimborso della stessa tassa da parte dei comuni di Campodarsego, Piombino e Loreggia, che sostenevano l’abolizione di quest’imposta nel 2003, quando entrò in vigore il nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche. Questa normativa liberalizzava il settore delle radiocomunicazioni, ma tale disposizione non prescinde dall’importo delle tassa di concessione governativa, che va comunque versata.

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Questo è quanto specificato nella sentenza depositata il 1 maggio a Piazza Cavour, in merito al ricorso presentato dall’Agenzia dell’Entrate: la Commissione tributaria aveva dapprima dato la propria approvazione alle richieste dei tre comuni sopra citati. La Corte Suprema, invece, ha favorito l’Agenzia delle Entrate sostenendo che sia errato pensare che la tassa sia stata abrogata dal nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche. Questo, infatti, semplicemente non disciplina più l’uso dei telefonini, ma non vieta l’applicazione di un’imposta sul loro possesso.

Peraltro, la Corte Suprema specifica: “La tassa sulle concessioni governative ha per presupposto l’impiego del telefono e non la fornitura del servizio.” I giudici di Piazza Cavour hanno sottolineato l’importanza d’imparare a considerare la cooperazione tra il diritto comunitario e quello nazionale, ovvero tra le norme che regolano i rapporti tra gli Stati dell’UE e quelle legate al rapporto Stato-cittadino. Ciò significa che la richiesta di un’imposta circa il possesso di telefoni cellulari risulta legittimo da parte del governo e non interferisce con alcuna normativa vigente.

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Le precisazioni che riguardano la conclusione della sentenza depositata 4 giorni fa riguardano la possibilità di esenzione dalla tassa per gli enti locali: dubbio al quale la Corte ha risposto con un chiaro rifiuto. Inoltre, nonostante in primo appello sia stato accordato il rimborso della tassa di concessione governativa sui telefoni cellulari per i comuni che ne hanno fatta richiesta, questa possibilità è esclusa in futuro.

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