Sono in 200.000 e non tutti si dicono omosessuali: a combattere simbolicamente per i diritti delle comunità italiane lgbt ci sono stati anche degli eterosessuali, inviando un messaggio molto forte a chi ha assistito all’evento da casa, tramite la diretta televisiva. La manifestazione è stata celebrata in gran festa per le strade della Capitale, con la partecipazione anche del sindaco Marino, che ha dichiarato: “Io sto incalzando la politica italiana da molti anni. Credo che le mie idee siano molto chiare: l’amore deve fare premio su tutto. Roma deve essere guida orgogliosa della nostra Repubblica.”
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Tra le parole del politico, anche alcune anticipazioni sui possibili risvolti della questione sulla legittimazione delle unioni gay in Italia. L’anno scorso, Marino aveva declinato l’invito delle associazioni pro-lgbt a partecipare al Roma Gay Pride per “impegni familiari”, ma quest’anno ha presenziato l’evento in gran festa. Inoltre, il sindaco ha tenuto a specificare che i diritti che le comunità discriminate sessualmente nel nostro Paese cercano non fanno parte di concessioni speciali o trattamenti di favore da parte dello Stato. Vanno, altresì, annoverati tra i diritti di “tutti gli esseri umani” sotto un unico vessillo: quello dell’amore.
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Lo slogan del Gay Pride di quest’anno è stato: “Mettici la faccia”, il cui principale obiettivo è “la costruzione di una società più giusta e ricca per tutti”. A questo proposito, Marino ha anticipato l’imminente arrivo di provvedimenti che permettano la legalizzazione delle unioni civili tra omosessuali nella Capitale: “Calendarizzeremo in Consiglio comunale la delibera sulle unioni civili”, ha promesso il sindaco, “ma non è sufficiente. Dobbiamo spingere sul Parlamento affinché l’Italia superi questa vergogna di essere rimasta indietro rispetto al resto dell’Unione Europea.”