I Bronzi di Riace di tanga vestiti: è polemica sulle foto choc

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Non c’è pace in Terra per gli uomini di buona volontà e, a quanto pare, neanche per i celeberrimi Bronzi di Riace. La coppia di statuari monumenti, attualmente visibili al pubblico presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, sembrano non godere di particolare fortuna. Dopo essere stati “ripescati” dalle acque che li avevano “ospitati” per ben 2mila anni, dopo la travagliata diatriba per trovare loro una collocazione degna di nota e dopo le ultime polemiche riguardanti la loro “tournée” in giro per i vari Musei italiani, i Bronzi hanno dovuto anche sopportare un “restyling” dal gusto particolarmente discutibile, non particolarmente gradito ai curatori del museo reggino.

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La vicenda, risalente allo scorso mese di febbraio, è stata resa nota solo nelle ultime ore dal popolare sito Dagospia. Sul portale sono comparse delle foto, incredibili ma assolutamente vere, degli statuari Bronzi di Riace vestuti con velo nunziale, boa fucsia e tanga leopardato. Uno scherzo? Un’ iniziativa “estrema” semmai, messa in atto dal noto fotografo Gerald Bruneau, allievo dell’ istrionico Andy Warhol, uno dei “guru” della Pop Art e dell’ arte contemporanea in genere. Bruneau, invitato assieme ad altri fotografi lo scorso febbraio ad una una kermesse organizzata dalla Regione Calabria con artisti della pellicola provenienti da ogni parte del globo, avrebbe proposto alla Sovrintendente ai Beni archeologici della Calabria Simonetta Bonomia di realizzare uno scatto dei Bronzi dai toni particolarmente “kitsch”. E’ la stessa Bonomia a confermarlo.

“Avendo visto la foto di Paolina, che mi era piaciuta molto, dissi sì”, ricorda la Bonomia, che aveva avuto occasione di visionare una delle “installazioni” meglio riuscita dal fotografo: quella di Paolina Borghese appunto, avvolta in un tulle rosso e visibile a tutti nella vetrina della Galleria Borghese, a Roma. La Sovrintendente, però, tiene a precisare di aver autorizzato Bruneau a realizzare quell’ unica foto, senza immaginare quale “agrodolce” destino attendesse i poveri Bronzi di Riace.

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“Tutte le altre foto sono state fatte a mia insaputa”, ha dichiarato delusa la Bonomia che ha definito, senza mezzi termini, terribili gli scatti di Gerald Bruneau. La donna sottolinea anche la curiosa “tempistica” con la quale le foto “choc” dei Bronzi di Riace sarebbero saltate fuori. “E’ curioso che vengano fuori proprio nei giorni in cui c’è la solita polemica sul loro eventuale trasferimento. Sembra quasi una cosa orchestrata”, dichiara sarcastica la Sovrintendente calabrese. I Bronzi, in effetti, sarebbero attesi alla prossima Expo milanese. Nulla di confermato, precisa la Bonomia, che mette in guardia sui rischi che correrebbero le due statue se fossero continuamente spostate da Reggio Calabria. “La loro struttura è fragile anche da un punto di vista meccanico e non solo chimico-fisico – incalza la Sovrintendente – il rischio maggiore nel quale i Bronzi potrebbero incorrere è la corrosione ciclica che può essere innestata anche da un piccolo incidente climatico ed, una volta partita, è difficile da fermare perché si manifesta all’ interno, quindi più difficilmente individuabile”.

Struttura fragile, storia travagliata e futuro contornato di veli e pizzi: bisogna ammetterlo, non c’è pace in Terra nemmeno per i Bronzi di buona volontà.

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