Jobs Act, arriva il sì della Camera. Lega, M5S, Fi e minoranza Pd lasciano l’Aula

Pippo Civati e Luca Pastorino si sono opposti duramente al Jobs Act voluto da Matteo Renzi. La scelta di non votare, invece, è stata accolta da altri due membri del partito civatiano in maniera differente rispetto agli altri membri dell’opposizione. I no, alla fine, in totale sono stati solamente sei e gli astenuti cinque.

I partiti della maggioranza (Ncd, PI, Sc) hanno messo alle strette il governo senza contare le numerose assenze, mentre l’opposizione ha attuato un’operazione alquanto inedita capeggiata dal Sel: sono usciti tutti dall’Aula, grilli e vendoliani, berlusconiani e leghisti. In totale, inclusi i dem, sono 260 i deputati che non hanno votato il Jobs Act.

I numeri finora presentati possono essere tranquillamente confrontati con quelli delle fiduce ottenute dal governo di Matteo Renzi alla Camera. Quando divenne Presidente del Consiglio, infatti, ottenne 378 sì, 220 no e 1 astenuto. Il 4 novembre scorso, in merito alla giustizia civile, ci furono 353 sì e 192 no. Alla fine, comunque, il rischio è stato molto alto ma la maggioranza è stata ottenuta. Per il Jobs Act non c’era bisogno di alcuna maggioranza qualificata, ma giunge un messaggio poco rassicurante riguardo ai prossimi voti sulla fiducia.