La fuga degli assassini della redazione di Charlie Hebdo sembra volger verso la fine. I fratelli Said e Cherif Kouachi si trovano circondati in un’azienda che produce segnaletica stradale, nella zona di Dammartin-en-Goële, a circa quaranta chilometri a nord-est di Parigi. Si sono rinchiusi dopo una sparatoria con le forze dell’ordine ed avrebbero un dipendente della ditta come ostaggio. Il procuratore generale, insieme alla Gendarmeria, smentisce la presenza di vittime e feriti durante la sparatoria.
La caccia è durata tutta la notte iniziando da una foresta più a nord: una zona rurale e con una popolazione molto ridotta, caratterizzata specialmente da agricoltori. Le forze speciali l’hanno setacciata senza sosta fin quando, stamattina, è stato segnalato un furto d’auto non lontano da Dammartin-en-Goële. Poco dopo è arrivata la segnalazione della presenza dei due fratelli nella zona industriale, poi è iniziata la sparatoria e l’assedio.
Fonti vicine alle forze dell’ordine riferiscono di alcune frasi pronunciate dai due terroristi. “Hanno dichiarato di volere morire da martiri”, ha riferito il un deputato dell’Ump. Mentre il presidente Hollande, intorno alle 11.15, è giunto davanti alla sede del ministero dell’Interno ed ha detto: “La Francia è sotto choc per l’attentato al Charlie Hebdo. E’ l’attentato più grave dal dopo guerra, ma chi è morto rappresenta la Repubblica. Siamo tutti pronti a lavorare per il Paese, vogliamo che avvenimenti gravi come questo non si ripetano. Tutto il nostro sistema di sicurezza è incaricato di questa responsabilità”.