Religione: è giusto esagerare nell’ironia? Il caso Paolo Brosio

Religione

 

Un pò di sana ironia fa bene alla salute. Prendersi in giro è sinonimo di maturità, ridere dei propri difetti e delle proprie fissazioni può spesso risultare un toccasana per la nostra e l’ altrui anima. Si fa satira proprio su tutto: squadra del cuore, gusti sessuali, passioni per i divi del cinema. Esiste, però, un limite invalicabile, oltre il quale divertirsi sulle spalle altrui può diventare esercizio di cattivo gusto, se non addirittura oggetto di un atto di terrorismo?
La religione è roba seria, materiale da maneggiare con cura. La strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo ne è stata la prova lampante: giornalisti, poliziotti, uomini uccisi in nome di Maometto, della Fede, della Religione con la “R” maiuscola. Finite le commemorazioni, tornati alla “normale” routine, tutto il Mondo continua a condannare un gesto tanto ingiustificato quanto deprecabile. Vi è però una porzione, seppur piccola, di esseri viventi che si è posta una domanda alquanto scomoda: ma i giornalisti e vignettisti di Charlie Hebdo non avrebbero semplicemente potuto evitare di prendere in giro l’ altrui credo religioso? Probabilmente, un quesito del genere sarà ritenuto dalla maggior parte di noi fuori luogo; allo stesso modo, però, la maggior parte di noi non avrà trovato nulla da ridere di fronte al classico “sfottò” televisivo perpetrato, stavolta, ai danni della nostra religione.

La vignetta di Charlie Hebdo in edicola domani

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