Ucraina, cessate il fuoco da domenica. Intanto si muore ancora

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Minsk (Bielorussia) – Il destino dell’ Ucraina è in mano a quattro persone: Angela Merkel, Francois Hollande, Petro Oleksijovyč Porošenko e soprattutto Vladimir Putin. E’ il quartetto dei grandi dell’ Europa che, a seguito di un lungo e doloroso summit tenutosi a Minsk, ha deciso che lo Stato ucraino debba essere risparmiato dai continui e devastanti bombardamenti russi a partire da domenica 15 febbraio. Un accordo che, ancor prima di essere stipulato, è destinato a far discutere. L’ Ucraina aveva chiesto un immediato cessate il fuoco alla nemica sovietica che, per tutta risposta, ha impietosamente bombardato la città di Donetsk ancor prima che i leader riunitisi in Bielorussia potessero definire i termini di uno già scricchiolante accordo di pace.
Che senso ha cessare gli attacchi sull’ Ucraina e procedere al ritiro delle armi pesanti a partire dalla prossima settimana se in questi giorni lo Stato presieduto da Porošenko continua a subire pesanti attacchi? E’ la domanda provocatoria posta proprio dal leader ucraino, che accusa la Russia di non rispettare gli accordi presi a Minsk. Mentre l’ Ucraina continua a fare la conta dei danni e, soprattutto, delle vittime – 11 a Donetsk, tra le quali moltissimi bambini – i grandi del Mondo puntano il dito contro Putin. “Gli USA sono particolarmente preoccupati per l’ escalation di oggi nei combattimenti, che è incoerente con lo spirito dell’ accordo” ammette Washington, in barba alle dichiarazioni ottimistiche rilasciate dal Premier francese Hollande, che aveva parlato forse troppo presto di “Una speranza seria”, nonostante lo stesso non avesse negato che ci fosse ancora tanto su cui lavorare. Vladimir Putin, che aveva parlato di una nottata difficile ma di un buon mattino per la sua Russia, pare non abbia tenuto fede agli accordi formato “Normandia” presi a Minsk. Sono ancora tanti e molto stretti i nodi da sciogliere per porre fine al conflitto ucraino-russo. Possibile che la strada proposta da Germania e Francia con questo colloquio-fiume con i grandi capi di Russia e Ucraina sia quella giusta? La sensazione è che il cappio che soffoca i cittadini ucraini, stretti nella gelida morsa dei soldati russi, sia ancora troppo stretto. Sul difficile tavolo delle trattative c’ è ancora la “sovranità” su Debaltsevo: Kiev non vuole cedere la zona ai filorussi e pare che il territorio sia presidiato da guerriglieri ribelli. L’ UE chiede a Putin di rispettare i confini della nemica Ucraina, in un botta e risposta che, però, ad oggi non riesce a far smettere l’ assurda mattanza di civili innocenti. Non resta che attendere la notte tra sabato e domenica per conoscere le sorti del popolo ucraino, nella speranza che questa pseudo tregua diventi definitiva e non l’ ennesima mossa politica di Putin per accontentare, seppur temporaneamente, le grandi potenze europee. 

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