“I ragazzi dovevano comprare i biglietti da soli perché questa azione faceva parte del percorso di autonomia che stanno seguendo: avrebbero fatto un weekend a Venezia coi nostri operatori e volontari – ha spiegato amareggiata la coordinatrice della Onlus Eliana Pin – Sono troppe le persone che si prendono il diritto di giudicare il nostro lavoro, senza conoscerlo e senza sapere che per praticarlo ci vogliono dei titoli di studio, degli aggiornamenti e dei corsi continui, oltre che esperienza. I ragazzi chiedevano solo di essere trattati come tutti gli altri passeggeri”, nonostante le persone affette da disabilità abbiano diritto a saltare la coda.
Sette giovani disposti a rinunciare ai propri privilegi pur di assaggiare un pò di agognata “normalità”, che proprio non accettano di essere additati come “ritardati” o, peggio ancora, incapaci di compiere qualunque azione. “Sono Down, mica scemo“, ha dichiarato Michele, 25enne seguito dall’Associazione. Un doppio episodio deprecabile, sul quale Trenitalia ha deciso di aprire un’indagine ufficiale. “Se gli approfondimenti confermeranno tali atteggiamenti, Trenitalia non mancherà di sanzionarli, come previsto dalle proprie norme interne”, ha dichiarato l’azienda. “In ogni caso, per approfondire questa vicenda e altre questioni di loro interesse, sarà presto concordato un incontro fra i ragazzi e la Direzione Passeggeri Regionale di Trenitalia. Al momento, i primi riscontri confermano soltanto alcune difficoltà e lungaggini nel rilascio dei biglietti in partenza da Conegliano, anche a causa di una “Carta Blu” scaduta”.