STATI UNITI – È una scena da film dell’orrore quella che si è stagliata davanti agli occhi della polizia di Springfield, in Oregon, quando ha fatto irruzione nell’abitazione della famiglia di Jeremy Ringquist, un ingegnere di 38 anni. Gli agenti hanno trovato l’uomo in una pozza di sangue, mentre si feriva ripetutamente. A pochi passi, rinchiusi in un congelatore, i corpi senza vita dei genitori, Randy, di 63 anni e Karen, 65.
Una storia difficile quella della famiglia Ringquist, la madre, Karen, era stata più volte violentata e maltrattata sia dal figlio che dal padre. Con un matrimonio fallito alle spalle e un lavoro abbandonato a Chicago, Jeremy era tornato a vivere dai genitori, raddoppiando le pene della madre. La donna ha sopportato gli stupri e le violenze a lungo, finché, stremata, ha deciso di raccontare il suo terribile e doloroso segreto a Mark Cestaric, un cugino a lei caro.
Mark ha dichiarato parlando della donna: “Karen e suo marito non andavano d’accordo. Da tempo era vittima di abusi sessuali da parte del marito e del figlio che, dopo un matrimonio fallito, si era nuovamente trasferito a casa dei genitori. La sua vita era infelice, ho cercato di dirle che doveva andarsene da quella casa, ma lei non aveva soldi e non sapeva dove andare. Non aveva parenti stretti, io sono un lontano cugino e probabilmente ero la persona più vicina a lei. Volevo contattare la polizia ma lei mi ha chiesto di non farlo. Se non sei lì a vedere ciò che succede, è difficile dire cosa stia realmente accadendo”. Dopo essersi sfogata con Mark, Karen si era chiusa nel silenzio e non aveva più risposto al cugino, preoccupato per la sua situazione.
La svolta è arrivata con una telefonata anonima alla polizia, in cui si suggeriva agli agenti di raggiungere l’abitazione, per controllare la situazione. Quando martedì la polizia ha fatto irruzione nell’appartamento, ha scoperto la terribile verità e ha trovato i cadaveri di Karen e Randy, i genitori di Jeremy, nel congelatore. L’uomo, in preda ad un attacco di autolesionismo, è stato condotto all’ospedale e poi in carcere, con l’accusa di omicidio aggravato.