Roma – “Sono stanca di tenermi tutto dentro. Voglio dire quello che penso, così come viene, senza filtro, assumendomi la responsabilità di ogni parola, ben sapendo che anche dopo che l’avrò fatto comunque non mi sentirò meglio”. Comincia così la lettera aperta di Valentina Leoni, la mamma della piccola Giovanna Fatello, morta ad appena 10 anni il 29 marzo 2014 nella clinica romana Villa Mafalda a seguito di un intervento che doveva essere “di routine”. Troppe le incongruenze, i misteri, le lacune nelle dichiarazioni di quegli specialisti che avrebbero dovuto semplicemente operare l’orecchio di una creatura che non è più uscita da quella maledetta sala operatoria sulle proprie gambe.
DESIDERIO DI VENDETTA. Valentina è una madre distrutta dal dolore per aver perso la sua piccola Giovanna, occhi grandi e sorriso aperto. Ma non solo. I genitori di Giovanna Fatelli hanno a gran voce chiesto verità e giustizia per la loro piccola. Fiaccolate, profili Facebook, inviti televisivi avrebbero dovuto aiutare a tenere viva l’attenzione su un intricato e pesante caso di malasanità. Ad oggi, tuttavia, Giovanna Fatelli non ha ancora ricevuto la giustizia che merita.
I genitori, però, non si arrendono. Mamma Valentina ha affidato al profilo Facebook condiviso con il marito e dedicato interamente alla ricerca dei responsabili della morte della propria bimba uno sfogo dai toni forti ma comprensibili. Una lettera aperta al popolo del Web che ha commosso migliaia di utenti e nella quale mamma Valentina non nasconde la sua difficoltà nel reprimere un senso di vendetta contro gli “assassini” della sua Giovanna. “Il mio incubo è iniziato il 29 marzo 2014 – scrive la madre di Giovanna – Quattro sono le parole che lo definiscono: rabbia, senso d’ingiustizia, impotenza e tanto, tantissimo, dolore“.