La vita, la vocazione, la forza, l’infinita bontà. Il pontificato di Jorge Bergoglio, il Papa “rivoluzionario” che ha recentemente avuto il coraggio di apostrofare i terroristi dell’Isis come gente maledetta, è diventata un film che varcherà le “profane” soglie cinematografiche il prossimo 3 dicembre. “Chiamatemi Francesco” è il titolo del biopic diretto da Daniele Luchetti e prodotto da TaoDue: il film, distribuito da Medusa, verrà proiettato in anteprima mondiale il primo dicembre nelle “sacre” sale del Vaticano.
L’infanzia in Argentina, la giovinezza nel controverso clima politico della sua Nazione, la “chiamata” ed, infine, l’ascesa al Vaticano, coronata in una sera di due anni fa con semplici parole, che hanno toccato il cuore di migliaia di fedeli: “Buona sera, chiamatemi Francesco!”. La vita di Bergoglio è stata trasposta per il grande schermo da Luchetti in una pellicola girata in 15 settimane tra Italia, Germania ed Argentina, in parte ispirata al libro scritto da Evangelina Himitian: “Francesco il Papa della gente”.
In “Chiamatemi Francesco” due sono gli attori che hanno avuto l’onore – e la pesante responsabilità – di vestire i panni del Pontefice. Entrambi, non a caso, sono star sudamericane: Rodrigo De La Serna (già visto ne “I diari della motocicletta”) impersona Jorge Bergoglio negli anni della giovinezza, dal 1961 al 2005; il Papa ai giorni nostri viene invece interpretato da Sergio Hernández, la cui somiglianza con Francesco è a dir poco sorprendente. Ai due interpreti l’arduo compito di “trafiggere” più cuori possibili, trasportando l’infinita qualità umana del Papa dei poveri Francesco su nuda pellicola.