Alessandro Minto, ucciso per denaro: suo padre in giro in bici

Alessandro MintoCampagna Lupia (Venezia) – Era un 21enne qualunque, Alessandro Minto. Aveva una famiglia come le altre, una vita come le altre. Litigava con i suoi genitori, come tutti i figli normali. O forse no. Era il lontano luglio del 2013 quando, per motivi assolutamente futili, Alessandro fu accoltellato a morte dal padre 70enne. Un fendente dritto al cuore, dopo un litigio veemente nato per futili motivi: Alessandro e suo padre Guerrino litigarono ferocemente per delle piccole somme di denaro. Una discussione assurda, sfociata in un’aggressione fisica del ragazzo al genitore che, come risposta, ha scelto di trafiggere il petto del 21enne Alessandro con una coltellata.

SE QUESTA E’ GIUSTIZIA. Forse il terribile delitto di Alessandro Minto sarà stato dimenticato, o addirittura, sarà passato inosservato alla maggior parte dell’opinione pubblica, seppellito – è proprio il caso di dirlo – dai centinaia, migliaia di casi di cronaca nera che ogni giorno, purtroppo, riempiono le pagine dei nostri giornali cartacei e telematici. La comunità di Campagna Lupia, però, non ha mai dimenticato ed è rimasta choccata nel constatare che il killer del 21enne Guerrino Minto non ha passato neanche un anno in carcere, anzi.

L’uomo è stato visto per le strade del paese passeggiare tranquillamente in bicicletta, come se nulla fosse successo. A documentare l’ennesima “vergogna” giudiziaria è stata la trasmissione “Chi l’ha visto?”, la cui troupe ha stazionato tra la piccola località nel Veneziano e Mestre per un paio di giorni. Le telecamere hanno filmato il padre di Alessandro in libertà, dopo appena due anni dall’assassinio del figlio. Minto ha scontato parte della sua pena detentiva in una comunità della Bassa Padovana, dopo appena 11 mesi di detenzione. Poi, l’agognata libertà, con la ripresa del domicilio nell’abitazione dove, appena due anni fa, aveva ammazzato suo figlio Alessandro senza pensarci due volte.