I familiari delle vittime si chiedono: Andrea Ghira è veramente morto in Spagna, sotto il nome di Maximo Testa De Andres, oppure continua a girare indisturbato per Roma, protetto dalla sua facoltosa famiglia? Le famiglie Colasanti e Lopez non hanno dubbi: il criminale dalla faccia pulita e dal portafogli gonfio è vivo e prosegue la sua esistenza, incurante delle pesanti condanne che pendono sulla sua testa. A riprova di ciò, secondo i familiari delle vittime, non ci sarebbero solo i presunti avvistamenti di Ghira a Roma e nel resto del Mondo, ma anche un test del DNA mitocondriale fatto frettolosamente e non attendibile oltre ogni ragionevole dubbio e la sequela infinita di discrepanze fisiche tra Andrea Ghira e Maximo Testa De Andres.
Documenti mal corretti, certificato di morte inattendibile (Maximo è morto l’11 settembre o l’11 aprile 1994?), 11 cm di differenza di altezza tra Ghira e il suo presunto alias, errori ortografici grossolani nel nome e nel cognome del Testa (da Massimo Testa a Maximo Tessta il passo è breve e piuttosto ambiguo, trattandosi di Ghira) sono solo alcuni dei misteri su cui fare luce per i congiunti di Colasanti e Lopez e che hanno così spinto, per la seconda volta, gli inquirenti spagnoli ad accettare la richiesta presentata dai legali delle due famiglie di riesumare i resti di Testa per sottoporli a nuovi test, più precisi ed evoluti, che possano finalmente fornire delle risposte più che dovute alle povere Rosaria Lopez e Donatella Colasanti.