Allarme pesce scorpione: a rischio sub, pescatori e fauna autoctona

Il pesce scorpione è pericoloso per l'uomo e per il nostro mare I recenti avvistamenti e catture in Tunisia e nello stretto di Sicilia non lasciano dubbi: il pesce scorpione (Pterois miles) potrebbe a breve colonizzare i mari italiani. L’allarme è stato divulgato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. “Originaria del Mar Rosso – si legge nel comunicato rilasciato dall’ISPRA – questa specie è pericolosa e altamente invasiva”. Gli aculei del pesce scorpione, presenti lungo tutto il dorso dell’animale, sono velenosissimi. Le ghiandole poste alla base delle spine producono una sostanza tossica dannosa per l’uomo e che, nei casi più gravi, può portare alla morte.

I ricercatori dell’ISPRA consigliano a sub e pescatori la massima attenzione. Il rischio maggiore è quello di un incontro ravvicinato durante un’immersione o quello di trovare il pesce dentro la propria rete e non sapere come comportarsi. I sub, raccomandano gli esperti, non devono lasciarsi incantare dai colori e dalla socievolezza del pesce (che difficilmente si lascia intimorire dalla presenza dell’uomo) e mantenere la distanza. Nel caso in cui invece fosse un pescatore a trovare l’infiltrato pesce scorpione tra il pescato del giorno si raccomanda di non toccare l’esemplare a mani nude e eventualmente di congelarlo. Infatti, il veleno del pesce scorpione è un pericolo anche dopo la morte dell’animale: rimane in circolo nelle sue spine fino a 48 ore dopo il decesso. In entrambe le circostanze, al fine di monitorare la presenza della specie nei nostri mari, è importantissimo avvisare la Capitaneria di Porto locale.

Il Pterois miles è una delle specie marine più invasive al mondo. L’ampliamento del canale di Suez e l’innalzamento della temperatura media delle acque del Mediterraneo hanno fatto sì che la specie aliena riuscisse a varcare i confini del Mar Rosso e a trovare un nuovo habitat ugualmente favorevole in cui stabilirsi. Il pericolo di un’eventuale diffusione non è solo a carico dell’uomo. Le specie marine autoctone potrebbero essere minacciate da un predatore così indiscreto e forte. I pesci scorpione si riproducono ogni 4 giorni durante tutto l’arco dell’anno e così, nel giro di 12 mesi, depongono più di 2 milioni di uova. L’elevata proliferazione, unita al potente veleno della cresta spinosa, rendono questo pesce temibile agli occhi non solo delle prede, ma anche degli altri predatori del mare. Il miles è infatti un carnivoro in grado di nutrirsi di una grande varietà di pesce e le sue spine temutissime lo mantengono al vertice della catena alimentare marina.

Il pesce scorpione non è la prima specie aliena a fare la sua comparsa nel Mar Mediterraneo. A provocare l’allerta qualche mese fa fu un altro occupante esotico: il pesce palla maculato. Dal 2003 ad oggi questa specie è stata responsabile di diverse intossicazioni alimentari in Paesi come Grecia, Cipro, Turchia ed Egitto, dove gli esemplari catturati hanno spesso raggiunto i mercati, scambiati per varietà commestibili. Gli avvisi precoci di due anni fa sull’arrivo del pesce palla maculato in Italia hanno fortunatamente impedito che l’animale finisse sulle tavole dei consumatori. Esso è altamente velenoso anche dopo la cottura. La tetradotossina contenuta nelle sue carni è 100 volte più tossica del cianuro e, se ingerita, può provocare il blocco della conduzione nervosa, fino a portare alla morte del soggetto per arresto cardio-circolatorio.

Quando si pensa a specie aliene invasive ci si riferisce spesso alla fauna. In realtà, i danni più consistenti all’ecosistema marino sono stati spesso causati dalle alghe e non dagli animali. La recente diffusione dell’alga killer (Caulerpa taxifolia) sta danneggiando le specie autoctone. In particolare, la Posidonia oceanica sta lentamente “cedendo” il suo habitat naturale all’infestante esotico, ben più prolifico e resistente. Un’altra infiltrazione nociva nel mar Mediterraneo è stata quella dell’alga tossica. Invisibile ad occhio nudo, l’Ostreopsis ovata si insedia nel substrato sabbioso e roccioso e, esaurendo l’ossigeno, provoca la morte di tutti gli organismi a lei vicini. La sua tossicità agisce anche a carico del sistema respiratorio umano: la fioritura dell’alga può causare l’intossicazione dei bagnanti, i cui sintomi sono tosse, irritazione delle mucose, broncospasmo e febbre. La diffusione del pesce scorpione porterà a conseguenze altrettanto gravi? Quel che è certo è che l’uomo e la biodiversità marina saranno posti di fronte a un nuovo ostacolo da superare. Ma – assicurano i biologi – se ci sarà la giusta cooperazione tra enti e appassionati e professionisti del mare il futuro del nostro paradiso acquatico non verrà compromesso.