È morto ieri, 9 dicembre, a Roma, il cantante Lando Fiorini, nome d’arte di Leopoldo Fiorini, ultima grande voce della canzone romana. L’artista, 79enne, da tempo malato, romano doc, aveva dedicato la sua vita non solo alla musica. Era stato interprete dei grandi classici della tradizione, che aveva portato in tv e a teatro. Oggi, la camera ardente in Campidoglio dalle 15 alle 20, mentre i funerali saranno lunedì 11 dicembre alle ore 11, nella basicilia di Santa Maria in Trastevere.
Nato a Roma nel 1938, da una modesta famiglia del rione di Trastevere, ultimo di otto figli, Lando viene affidato ad una famiglia modenese. Tornato a Roma, dopo la morte della madre, svolge diversi lavori, tra cui il barbiere e il riparatore di biciclette.
Nel 1959 Lando fa il facchino ai Mercati Generali di via Ostiense e non perde l’occasione di intonare le canzoni della tradizione romana.
Nel 1961 comincia la sua carriera canora. Partecipa al Cantagiro, manifestazione canora itinerante estiva, e dopo essersi affermato durante l’evento, partecipa allo spettacolo Rugantino, interpretando il ruolo del cantastorie e del popoano romano, cantando la canzone “Chiumachella de Trastevere“. Si susseguono da questo momento apparezioni alla radio e in TV.
Nel 1994 partecipa al Festival di Sanremo come membro della Squadra Italia, undici artisti uniti in omaggio alla Nazionale di calcio nell’anno dei Mondiali, con “Una vecchia canzone italiana“.
Il successo di Lando Fiorini è davvero eccezionale. In carriera ha pubblicato una trentina di album, cofanetti antologie e aveva aperto, a Roma, il Puff, uno dei cabaret storici della capitale, in via Zanazzo, a Trastevere. Un palcoscenico, non solo per sé, ma anche per i nuovi talenti. Un luogo in cui far divertire il pubblico e dove poter ascoltare le sue canzoni, testimonianze d’amore per la sua città: “Stornellata romana”, “Pè lungo Tevere”, “Barcarolo romano”, “Ciumachella de Trastevere”, “Semo gente de borgata”, “Chitarra romana”, “Roma nun fa la stupida stasera”.
Apparso in tv, in alcuni programmi di intrattenimento, aveva sempre difeso le sue radici: “la romanità non ha nulla di coatto, la romanità di Anna Magnani, di Aldo Fabrizi e ora di Gigi Proietti. Fatta di pulizia e soprattutto di rispetto per gli altri. Come diceva Checco Durante, fate del bene che la vita è breve, c’è più gioia ner da’ che ner riceve”.