Il regista americano Michael Moore è approdato alla Festa del Cinema di Roma per presentare il suo ultimo film, “Fahrenheit 11/9”, che sarà in tutti i cinema italiani dal 22 al 24 ottobre. Nella sua ultima fatica cinematografica, lo sceneggiatore statunitense ha puntato il dito contro il presidente Donald Trump, sottolineando gli aspetti più torbidi della sua politica, ma criticando anche i democratici che a suo parere non sono riusciti ad arginare la scalata del tycoon alla Casa Bianca, a causa di una strategia politica a dir poco discutibile.
Durante l’incontro con il pubblico tenutosi in occasione dell’evento capitolino, Moore si è rivolto subito ai giovani, invitandoli caldamente – come ha già fatto coi ragazzi statunitensi – ad impegnarsi attivamente nella sfera politica come fece lui quando aveva appena 18 anni, perché sono sicuramente più intelligenti di coloro che attualmente li governano. Soffermandosi sulla situazione italiana, il regista ha detto che nei cinque giorni in cui ha soggiornato nel nostro Paese ha seguito un po’ i programmi televisivi, riscontrando che si parla un po’ troppo di Salvini e Di Maio, come se i cittadini si divertissero a seguirli ma, in realtà “non c’è niente di divertente”.
Secondo il premio Oscar 2003, la responsabilità di quanto sta accadendo in Italia è della sinistra che – come sta avvenendo anche negli States – sta cercando di non essere né troppo socialista e né troppo di sinistra, scadendo così in un’incertezza che sta facendo perdere consensi. L’avvento al governo di Berlusconi prima e di Salvini poi, per lui si spiega un po’ come è successo negli USA con Trump, dove si diceva che non avrebbe mai vinto perché i cittadini erano troppo intelligenti per votarlo. In realtà, per Michael Moore, “la gente non è troppo intelligente” se proviene da un periodo in cui è stato intaccato il sistema scolastico, si fanno pagare profumatamente le Università, si chiudono le biblioteche e si arriva ad un’eccessiva concentrazione di proprietà nei media. Così facendo si “rincretinisce una nazione” e si fa leva sull’ignoranza per arrivare al potere.
Prendendo di nuovo ad esempio il caso americano, gli errori di Barack Obama che hanno deluso tanti elettori hanno spiazzato i liberali, e tutto ciò dovrebbe essere di avvertimento anche per la sinistra italiana perché, se vengono messi da parte i valori, le persone a loro volta abbandonano determinate correnti politiche, togliendo ad esse i loro voti. Quando è stato in Italia nel 1990, Moore ha notato come a quei tempi vi fosse una sinistra che era in grado di portare in piazza milioni di cittadini per manifestare contro la guerra in Iraq. Dunque è proprio questo schieramento politico che ora deve recuperare la sua identità, altrimenti, ha avvertito: “Il fascismo del XXI secolo si presenterà con un volto sorridente e uno show televisivo”.
Infine è arrivato l’attacco diretto a Matteo Salvini, definito un “razzista e bigotto”, con un chiaro invito agli italiani a non essere più “gentili con lui” e a smetterla di “chiamarlo con il suo nome”. E se ad esempio al ministro dell’Interno non sono graditi i matrimoni gay, Moore gli ha consigliato di convolare a nozze con una persona del suo sesso, di lasciare liberi gli altri e di “pensare agli affari suoi”.
Patrizia Gallina