Coronavirus, test sull'uomo del vaccino italiano

Coronavirus: ecco come sono cambiati i sintomi e perché

Anche i sintomi da Coronavirus cambiano. Tra i più comuni ci sono febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento, dolori muscolari, perdita di gusto e olfatto.

I casi più gravi possono presentare una polmonite interstiziale e alcune difficoltà respiratorie: per questo necessitano di un ricovero per la respirazione assistita.

Con il passare dei mesi, però, si sono registrate lievi mutazioni.

Uno studio realizzato nel Regno Unito su 19 mila persone tra maggio e dicembre 2020, pubblicato sul British Medical Journal, ha rivelato che il 40% dei pazienti non aveva uno dei tre sintomi classici come febbre, tosse secca o perdita del gusto e dell’olfatto.

Coronavirus: perché i sintomi si sono modificati?

Le sindromi simil-influenzali, predominanti tra i pazienti che contraggono il Covid, non comportano per forza tutti i sintomi classici.

I giovani tendono ad avere una difesa immunitaria più forte e in genere manifestano sintomi simil-influenzali con pochi casi aggravati in polmonite, che invece è molto più frequente nei pazienti anziani.

Il 5-10% dei contagiati manifesta sintomi gastrointestinali anche se nei reparti Covid ospedalieri la percentuale di quanti lamentano questi sintomi sale anche al 30%. In questa stagione però – avvertono i medici – potrebbero facilmente esserci sovra-infezioni, ovvero il sintomo gastrointestinale potrebbe non essere correlato col Covid.

Il parere dei medici

Pier Luigi Bartoletti, Vice Segretario Nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, spiega che “nell’80% dei casi emersi nelle ultime settimane sembra essere cambiato tutto”.

Se nella prima ondata bisognava preoccuparsi di fronte alla perdita del gusto o dell’olfatto, ad oggi bisogna tenere in considerazione altro. Primo tra tutti un forte senso di nausea e altri disturbi gastroenterologici, come dolori addominali, vomito o diarrea”, ha così concluso Bartoletti.

Ovidio Brignoli, vice presidente Simg, aggiunge che “non bisogna arrivare a conclusioni affrettate: non è da escludere che il sintomo gastrointestinale non sia correlato al covid ma abbia un’altra origine”.

Le varianti del Coronavirus, secondo gli studi, non hanno mostrato evidenze di sintomi diversi.