La variante indiana rischia di non essere fermata nonostante i divieti messi a punto dal Ministero della Sanità italiana.
Nell’ultimo volo arrivato a Fiumicino dall’India, il 9% dei passeggeri (compresi due membri dell’equipaggio), è risultato positivo al Coronavirus.
Questo nonostante avessero tutti un certificato di negatività.
Questo è stato possibile perché, come ammesso da alcuni, hanno acquistato un certificato falsificato prima di partire.
Variante indiana: controlli a Roma nelle comunità
Chi arriva in Italia dall’India dovrebbe, anche se negativo al test, mettersi in isolamento per 14 giorni. Ma è un sistema che fa acqua da diverse parti.
L’Assessore della Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, è furioso: “Davvero pensiamo che un lavoratore tornato dall’India legge l’ordinanza e di sua iniziativa decide di isolarsi? Serve un sistema del tutto differente“, dice.
Il rischio è quello di ritrovarsi come nell’estate del 2020 quando dal Bangladesh rientravano in Italia persone malate che hanno causato poi diversi focolai.
E se davvero la variante indiana del Covid risulta essere tra le più infettanti, allora il rischio di una curva epidemica di nuovo in salita è davvero alto.
Intanto, alle porte della Capitale, il 30 aprile è scattata una micro zona rossa nella frazione di Bella Farnia, a Sabaudia, sul litorale pontino.
Troppi casi di Covid nella grande comunità Sikh nella provincia di Latina.
A causa della variante indiana del virus, il Ministero della Salute ha deciso di chiudere i confini non solo con l’India ma anche con Bangladesh e Sri Lanka.
Nonostante il blocco però, aerei provenienti da quei Paesi continuano ad arrivare.
Tamponi e timbri falsificati
La notizia della contraffazione dei certificati di positività è stata lanciata anche da vari media di Nuova Delhi.
Quartz ha raccontato che il governo dello stato del Gujarat ha chiuso un paio di laboratori dopo aver scoperto che fornivano, a pagamento, certificati anti Covid fasulli.
Altre fonti hanno parlato dell’arresto di una banda attiva nell’emissione di falsi risultati negativi ai tamponi anti Covid nel Kerala.
Non mancano agenzie che, assieme ai biglietti aerei, vendevano certificati di positività contraffatti ai passeggeri indiani in procinto di lasciare l’India.
Una possibile soluzione?
Recuperare le liste dei passeggeri tornati dai Paesi a rischio, tra cui India, Sri Lanka e Bangladesh, e inviarle alle autorità sanitarie italiane per appositi controlli.
Senza poi considerare il rischio rappresentato dai voli con scalo.
Partire da Nuova Delhi, e sbarcare in Italia attraverso Doha o Dubai, non è affatto impossibile.