Coronavirus Gran Bretagna

La variante indiana fa paura in Gran Bretagna: in forse le riaperture

Proprio quando il Regno Unito sembrava vedere la fine di un incubo a Londra scatta l’allarme. La contagiosità della variante indiana del Covid e la sua rapida diffusione in alcune zone della Gran Bretagna preoccupano il governo. Il premier Boris Johnson ha avvertito che la pericolosa mutazione ha il potenziale per sviare l’allentamento del blocco attualmente in corso nel Paese.
I dati diffusi giovedì dal Public Health England evidenziano che il numero di casi è più che raddoppiato in una sola settimana, passando da 520 a 1.313 infezioni.
La maggioranza dei contagi è stata registrata in Inghilterra, ma alcuni casi sono stati riscontrati anche in Scozia, Galles e Irlanda del Nord.

La campagna vaccinale

Londra valuta una revisione della campagna vaccinale, che comunque prosegue. Più di due terzi di cittadini adulti del Regno Unito hanno ricevuto almeno una dose del siero anti Covid e più di un terzo è completamente vaccinato.
I dati pubblicati dimostrano che il programma di vaccinazione ha finora prevenuto 11.700 decessi tra gli over 60.

Paura per la variante indiana

Il ministro responsabile dei vaccini, Nadhim Zahawi, è pronto a somministrare il siero ai giovani. L’esperimento è efficace. Nel contempo si pensa ad accelerare i tempi del richiamo per i dieci milioni di cittadini appartenenti alle fasce più fragili che ancora hanno ricevuto solo la prima dose.
Il professor Paul Hunter, consulente dell’Oms, ha però espresso alla Bbc perplessità per questa strategia, in quanto una maggiore distanza temporale tra la prima e la seconda dose garantisce una maggiore efficacia nell’immunizzazione.

Il piano riaperture

Downing Street ha confermato che il piano per il ritorno alla normalità procederà secondo programma.
Gli inglesi potranno mangiare al ristorante andare al cinema e far visita ad amici e parenti a casa per la prima volta da mesi.
Johnson è stato chiaro: “Devo essere all’altezza del fatto che questa nuova variante potrebbe rappresentare un serio ostacolo ai nostri progressi e potrebbe rendere più difficile il passaggio alla fase quattro a giugno” prevista per il 21 giugno.

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