Antonio Ciontoli

Omicidio Vannini, Antonio Ciontoli fa una richiesta in carcere: negata

Dopo la sentenza sull’omicidio Vannini di lunedì 3 maggio 2021 Federico Ciontoli, la sorella Martina e la madre Maria sono stati condannati a 9 anni e 4 mesi di carcere per concorso anomalo in omicidio volontario. Il padre, Antonio Ciontoli, dovrà invece scontare 14 anni di carcere con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale. Padre e figlio poche ore dopo la sentenza di sono recati nel carcere di Rebibbia. Per via dei protocolli anti Covid dovranno rimanere in isolamento nel centro clinico per qualche giorno prima di andare in cella.

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Anche Martina e Maria si trovano in isolamento nell’infermeria della sezione femminile del carcere di Rebibbia, le due condivideranno la stessa cella. Stando a quanto riportato da Il Messaggero dopo essere arrivato in carcere Antonio Ciontoli ha avanzato una richiesta al direttore. Quale? Ha chiesto di stare nella stessa stanza con il figlio perché è solo un ragazzo. Per questioni di protocollo la sua richiesta è stata però negata.

Antonio Ciontoli condannato a 14 anni per l’omicidio di Marco Vannini, ecco perché il suo comportamento è doloso

Dopo cinque sentenze, quella di primo grado, due appelli e due sentenze della Cassazione, Marco Vannini ha finalmente ottenuto giustizia. Il 19enne è stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco mentre era a casa della fidanzata Martina. A far partire il colpo il padre della ragazza, Antonio Ciontoli. All’inizio l’uomo disse che la pistola gli era scivolata, poi confessò di aver sparato per gioco convinto che l’arma non fosse carica.

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Ad influire sulla morte del ragazzo il ritardo nel chiamare i soccorsi, allarmati dopo ben 110 minuti. I giudici hanno ritenuto colposo il comportamento di Antonio Ciontoli perché il colpo partì per errore. Il suo comportamento è però anche doloso perché ha volontariamente chiamato i soccorsi dopo molto tempo. Secondo le perizie senza il ritardo il ragazzo oggi sarebbe ancora vivo.