La penultima puntata di ‘Amore criminale’, il programma di Matilde D’Errico dedicato alle storie di femminicidio, racconterà la storia di Norina Matuozzo.
Ragazza giovanissima, mamma di due figli, uccisa dal marito-boss nella casa dei suoi, dove aveva cercato rifugio dopo la separazione.
Tra ricostruzioni e interviste – tra cui quella della cronista Angela Marino – la storia parla dell’amore tra Norina e Salvatore e la condanna di quest’ultimo all’ergastolo.
La storia di Norina e Salvatore
Salvatore e Norina Matuozzo si conoscono per caso, alla fermata dell’autobus a Secondigliano, dove Norina va per lavoro. Norina si innamora subito di quell’uomo che sembra volitivo e carismatico e presto resta incinta. Soltanto in futuro scoprirà che il vero lavoro del suo uomo è servire il clan di Lauro di Secondigliano, cosca camorristica che per anni ha gestito i principali traffici nel rione napoletano.
Sei mesi dopo l’inizio della loro storia Salvatore Tamburrino viene arrestato con l’accusa di omicidio. Norina è irremovibile, vuole tenere il bambino e così, Salvatore, la sposa in carcere.
Dopo la scarcerazione, Norina si ritrova con un perfetto estraneo.
Collerico, violento e geloso: Salvatore le impedisce di lavorare, truccarsi, andare in palestra, se non nei modi che decide lui.
Per tenerla stretta in pugno, la maltrattata psicologicamente, la insulta, le dice spesso che è brutta, magra, la costringe a subire i suoi scatti d’ira, come quando getta del cibo a terra solo per costringerla a ripulire.
La picchia, anche davanti ai bambini, ma Norina ha troppa paura per denunciarlo. Nessuno sa quali siano le vere attività di Salvatore. Con i conoscenti, a scuola, è un uomo normale.
Solo i fedelissimi della cosca conoscono veramente la sua posizione di luogotenente, alterego del boss, Marco di Lauro, latitante dal 2004, da quando sfuggì all’arresto nella famosa notte delle manette.
L’omicidio di Norina Matuozzo
I rapporti con Norina si incrinano definitivamente con la scoperta, il 28 febbraio 2019, della relazione di Salvatore con la vicina, che una sera irrompe in casa di Norina urlando: “Devi tenere a bada tuo marito“.
Salvatore nega l’evidenza, prova a mettersi in contatto con la moglie che intanto è tornata a casa dei genitori a Melito con i bambini. Il giorno in cui sarebbero dovuti partire per Disneyland Paris, intorno alle 15, va a trovarla dai suoceri.
Norina è irremovibile: “Se mi lasci o moriamo tutti e due o muori tu”, minaccia.
Esausta decide di vedere Salvatore la mattina del 2 marzo alla presenza dei genitori. Nessuno di loro sa che ha una pistola.
Salvatore tenta l’ultima riappacificazione, ma ormai ha deciso, vuole sentirglielo dire un’ultima volta: “non ti amo più, non ti voglio più”.
Quando è certo, solleva la pistola e spara a distanza di 40 cm da Norina.
Lei si scherma con le braccia ma viene colpita al petto. La pistola era già carica.
Nel frattempo, da il via a una sequela di telefonate in cui annuncia l’omicidio: “Che ho combinato! Che ho combinato! mi hanno rovinato la vita…poveri figli miei…ho sparato a mia moglie”.
L’arresto di Salvatore
Norina è in una pozza di sangue, tra le braccia della madre. La figlia maggiore accorre scoprendo che sua madre è stata uccisa, i bambini, il fratellino minore e il cugino, vengono portati via.
Poco dopo Salvatore fa il suo ingresso nello studio del suo legale a Secondigliano.
Rivela ciò che sa di Marco Di Lauro, il boss latitante da più di una dozzina di anni.
Quel giorno Di Lauro viene arrestato con una maxi-operazione delle forze dell’ordine.
Tutto questo, però, non servirà a diminuire le sue responsabilità per l’omicidio della moglie. Salvatore Tamburrino viene condannato il 3 marzo 2020 all’ergastolo nel processo con rito abbreviato.
Il reato è quello di omicidio volontario dalla premeditazione, dal vincolo sentimentale con la vittima, dalla presenza di figli minori e dai maltrattamenti. Viene inoltre condannato per possesso illegale di arma clandestina.