Sara Pedri tracce

Sara Pedri, rilevate tracce della donna scomparsa nei pressi del lago di Santa Giustina

Possibile svolta nel caso relativo alla scomparsa di Sara Pedri. Nuove tracce della 31enne sono state rilevate nei pressi del lago di Santa Giustina, poco distante il luogo in cui è stata ritrovata la sua auto.

Sara Pedri: il possibile gesto estremo della donna

Della ginecologa originaria di Forlì non si hanno più notizie dallo scorso 4 marzo. Da quel momento in poi, sono iniziate le ricerche della donna, che sarebbe stata vittima di mobbing all’ospedale di Trento. Sara Pedri, infatti, si era trasferita in Trentino lo scorso novembre, lavorando proprio all’interno del nosocomio di Santa Chiara. Un ambiente che, secondo le testimonianze raccolte, non era del tutto tranquillo come si pensava. Per questo motivo, la donna aveva chiesto – e ottenuto – lo spostamento a Cles. La situazione, però, potrebbe averle causato un vero e proprio tracollo psichico. Forse così grande da condurla a un gesto estremo.

Le tracce fiutate vicino al lago

I cani speciali utilizzati proprio per le ricerche della donna avevano già fiutato qualcosa nei pressi del lago in cui la ginecologa ha lasciato la sua auto. Al suo interno sono stati ritrovati alcuni effetti personali come il portafoglio e il cellulare. Inoltre, parte dei suoi vestiti sono stati recuperati all’interno della sua abitazione proprio per facilitare le ricerche. Infatti, il fiuto dei cani avrebbe portato gli inquirenti nei pressi di un dirupo. Un ponte dove, già in passato, diverse persone si erano tolte la vita. Per questo motivo si pensa che Sara Pedri possa aver compiuto un gesto simile, forse provata dalla pressione psicologica subita in questi mesi. Inoltre, sempre all’interno del lago, sui fondali, sarebbe stato avvistato un corpo. Non si sa ancora se appartiene o meno alla 31enne, ma nessuna ipotesi è stata scartata.

Gli ispettori in visita all’ospedale di Trento

Intanto, nella giornata di martedì, alcuni ispettori del Ministero si recheranno all’interno dell’ospedale Santa Chiara per verificare quanto testimoniato anche da alcuni colleghi di Sara. Condizioni lavorative che, in tanti, hanno definito insopportabili.

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