Bari

Bari, estetista uccisa: la cassazione annulla l’assoluzione dell’ex

Condannato a 26 anni e 6 mesi Antonio Colamonico, 41 anni, per l’omicidio di Bruna Bovino, estetista italo-brasiliana 29enne, brutalmente uccisa in provincia di Bari.
Colaminico condannato in primo grado a 25 anni di reclusione, in appello, nel novembre 2018, ha ricevuto l’assoluzione da tutte le accuse per “non aver commesso il fatto“.
L’ex amante è dunque colpevole di omicidio volontario e incendio doloso, senza il riconoscimento della continuazione tra i due reati.
L’accusa, durante la ricostruzione del terribile fatto, ha dichiarato che le fiamme furono appiccate per cancellare le prove del brutale delitto.

Bruna Bovino

Bari: le dichiarazioni dei familiari della donna

Dopo la sentenza, la mamma di Bruna Bovino, Liliana Baldo: “Mia figlia non c’è più, non tornerà più e nessuna sentenza potrà restituirmela, ma oggi dopo 8 anni finalmente si è fatta giustizia“.
Lui era l’unico, non c’erano altri indiziati, non poteva essere stato un altro e adesso lo hanno confermato i giudici. Mi batterò fino a quando sarò viva perché mia figlia abbia giustizia, per lei e per i suoi figli”, continua la donna.
Nel processo per l’omicidio si erano costituiti parti civili, oltre alla mamma, la zia e la Regione Puglia.

Il terribile omicidio

Brutalmente assassinata dall’ex amante, Antonio Colamonico, nel 2013, Bruna Bovino era madre di due bambini.
L’hanno trovata senza vita nel suo centro estetico, a Mola di Bari, cosparsa di sangue e semicarbonizzata, tanto che all’inizio si era pensato ad una morte accidentale causata dalle fiamme.
I risultati dell’autopsia, invece, hanno evidenziato segni di percosse e lesioni riconducibili a circa 20 colpi di un paio di forbici, oltre a segni di strangolamento.
Nessuno crede alle prime dichiarazioni dell’uomo: “L’amavo, non avevo motivo di ucciderla“.
Per i Pm l’omicidio è avvenuto con un impeto di rabbia al culmine di una litigata.
Incastrato dalle celle telefoniche e dal Dna trovato sotto le unghie della donna, dopo l’assoluzione nel 2018 l’uomo è quasi riuscito a farla franca.
Ma la recente condanna definitiva ha finalmente portato giustizia in questa terribile e macabra vicenda.