Dopo 25 anni di false speranze e piste sbagliate, la Procura di Genova si trova ad una svolta.
Sembrerebbe aver individuato l’assassino di Nada Cella, la 25enne uccisa a Chiavari il 6 maggio 1996, nell’ufficio del commercialista Marco Soracco per il quale lavorava.
Per gli inquirenti, guidati e coordinati dal magistrato Gabriella Dotto, che per l’intera estate si sono dedicati a questo caso, il responsabile del terribile omicidio è una donna.
Annalucia Cecere è la persona individuata. Indagati per false informazioni sia Soracco sia la madre di lui, Marisa Bacchioni.
Riaperto il caso grazie alla tesi di laurea di Antonella Pesce Delfino, una studentessa che nel 2018 svolse un corso in criminologia a Genova e decise di approfondire proprio quel caso.
La sera dell’omicidio di Nada Cella
Marco Soracco, entrando nel suo studio il 6 maggio 1996, trovò il corpo di Nada Cella in un bagno di sangue, con il cranio sfondato.
L’uomo ha immediatamente chiamato la Polizia e subito dopo la madre, che abitava al piano superiore quello dell’ufficio.
Nada venne portata all’ospedale di Lavagna e poi trasferita a quello di San Martino, dove morì in rianimazione.
Gli accertamenti dimostrarono che Nada Cella venne picchiata, sbattuta contro un muro e poi colpita alla testa con un oggetto pesante, mai ritrovato, che le aveva fratturato il cranio.
Le indagini furono difficili fin dall’inizio.
Vennero compromesse da diversi errori come la scena del crimine alterata dai soccorritori e dalla madre di Saracco, che ripulì l’ingresso dello studio e le scale.
Il ruolo di Annalucia Cecere
Annalucia Cecere, di 53 anni, all’epoca fu una delle prime persone indagate per il delitto.
All’epoca gli investigatori trovarono alcuni bottoni in un cassetto di casa uguali a quelli ritrovati sotto il corpo di Nada.
Bottoni di una giacca maschile l’assassina avrebbe tolto e conservato perché di valore.
Due testimoni ‘avrebbero vista passare dalla strada dello studio di Soracco intorno all’ora del delitto.
La donna ha conosciuto l’uomo ad un corso di ballo e rivisto successivamente in discoteca.
La Cecere si sarebbe invaghita del commercialista e avrebbe cercato di prendere il posto di Nada come segretaria.
A mancare è solo il Dna.
Le parole della madre di Nada
“Fiducia nella giustizia e speriamo che finalmente la verità venga a galla”, ha dichiarato Silvana Smaniotto, mamma di Nada Cella.
La donna ha aggiunto: “Siamo contenti di questa svolta dovuta principalmente al decisivo interessamento della criminologa Antonella Delfino Pesci che con le sue intuizioni ha convinto la Procura a riaprire il caso. Ci speravamo vista l’accuratezza con la quale la dottoressa Gabriella Dotto ha lavorato per individuare e incriminare finalmente un possibile autore dell’efferato delitto“.
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