Omicron

Omicron, cambiano le regole per tamponi, positivi e quarantena

Il Governo di Mario Draghi è pronto a trovare un punto di incontro sulle proposte avanzate dalle Regioni.
Distinguere i positivi sintomatici e asintomatici nel calcolo dei contagi e dei ricoveri per la variante Omicron.
Ridurre la durata della quarantena per chi non ha sintomi e sta bene.
Eliminare il test del tampone per la fine dell’isolamento.
Queste le richieste avanzate dai Presidenti delle Regioni in queste ultime ore.

Omicron e nuove regole: oggi la riunione del Cts

E’ in programma per oggi la riunione del Comitato Tecnico Scientifico per discutere sulle modifiche del bollettino sanitario.
In discussione c’è molto, come il passaggio in zona arancione o rossa, con otto regioni a rischio per la prossima settimana.
Il punto più controverso tra le richieste è quello di togliere i ricoverati positivi ma che non sono in ospedale per le complicazioni derivate dal Coronavirus dal conto totale.
Come spiegato dall’Assessore alla Salute della Regione LazioAlessio D’Amato, “continuando di questo passo tra positivi in quarantena e guariti che non riescono a farsi riattivare il Green Pass perché il sistema sta andando in tilt a metà febbraio il Paese collassa. Dobbiamo semplificare, prima di tutto togliendo quarantene e tamponi per chi ha fatto la terza dose“.

Molte polemiche nelle ultime ore

Il microbiologo Andrea Crisanti ha dichiarato: “Draghi vuole fare come Boris Johnson senza dirlo e i presidenti di Regione tentano di non finire vittima dello scaricabarile dei contagi, dei ricoveri e dei morti per evitare di chiudere e non perdere consensi.
La verità è che le Regioni stanno facendo di tutto pur di non diventare rosse dopo che il governo non ha chiuso per tempo ristoranti e locali di ritrovo. A questo punto lasciar correre è una strategia comprensibile, ma lo si ammetta chiaramente. Invece il governo fa finta di nulla”.
Il prezzo di vite sarà simile – continua Crisanti – il Green Pass del resto non è una misura di sanità pubblica, ma solo una spinta alla vaccinazione. Il concetto veicolato anche dal premier che il certificato garantisca ambienti sicuri non è vero. Ed è un argomento a cui si attaccano i vari No vax e No pass”.