Variante XE

Variante XE, figlia di Omicron 1 e 2, scoperta in Inghilterra

La variante XE è una mutazione ricombinante di Omicron 1 e Omicron 2 che presenta tre mutazioni non presenti in tutte le sequenze BA.1 e BA.2.
L’Agenzia sanitaria britannica (Ukhsca) ha rilevato 637 casi nel Regno Unito.
I casi segnalati nel Regno Unito, dal 19 gennaio scorso, rappresentano una piccolissima parte delle decine di migliaia di casi Covid registrati ogni giorno.
Rappresenta, ad oggi, meno dell’1% del totale dei casi sequenziati.
Anche la Thailandia ha segnalato il suo primo caso di Omicon XE scoperto dal Center for Medical Genomics del Ramathibodi Hospital isolato in un paziente thailandese.

Variante XE: cosa sappiamo

La professoressa Susan Hopkins, consulente medico di riferimento dell’Ukhsca, ha spiegato che “Finora non ci sono prove sufficienti per trarre conclusioni sulla gravità o sull’efficacia del vaccino“.
L’Oms ha affermato che “le stime iniziali indicano un vantaggio del tasso nella comunità di crescita di circa il 10% rispetto a BA.2. Tuttavia questa scoperta richiede ulteriori conferme. Fino a prova contraria, XE verrà considerata una variante appartenente alla famiglia Omicron“. L’agenzia delle Nazioni Unite per la sanità continuerà a monitorare questa e altre mutazioni del coronavirus pandemico.

Cosa sono le varianti combinanti?

A causa della selezione genetica i virus sono in continuo mutamento.
Subiscono alcuni cambiamenti genetici attraverso la mutazione e altri attraverso la ricombinazione.
La mutazione avviene quando un errore è incorporato nel genoma virale mentre la ricombinazione avviene quando i virus infettano contemporaneamente un organismo e scambiano informazioni genetiche.
Le varianti ricombinanti non sono un evento insolito. La maggior parte di loro, non trovando un vantaggio di crescita, sparisce in tempi brevi.
La stessa Agenzia britannica ne ha segnalate due: XD (49 casi mondiali) e XF (39 casi nel Regno Unito), entrambe derivate da una combinazione di Omicron e Delta, ma nessuna sembra avere un vantaggio di crescita o causare malattia più grave.
Rilevati fino ad ora pochi cluster che non indicano alcun segno di trasmissione rapida o cambiamento nella gravità clinica.