Omicron

Omicron: la nuova variante comporta sintomi differenti

In Italia e in altre parti del mondo i contagi dovuti al Coronavirus sono tornati ad aumentare.
Il sospetto è che si tratti ancora una volta di Omicron ma con una nuova variante che comporta nuove caratteristiche, ad esempio per quanto riguarda i sintomi.
Il numero dei positivi, dopo diversi giorni in calo, è tornato ad essere in aumento rispetto alle precedenti settimane.
I casi registrati negli ultimi sette giorni sono il 32,7% in più rispetto ai casi dei sette giorni precedenti.
Al momento si stima poco meno di una media di 50mila nuovi casi al giorno rispetto alla media di 38mila registrata circa una settimana fa.
Tra le varie ipotesi di questo aumento potrebbe esserci la nuova subvariante di Omicron chiamata BA.2.

Omicron: la nuova variante

BA.2, la nuova variante Omicron, possiede caratteristiche genetiche diverse rispetto alla prima: la seconda ha una struttura diversa e altre proteine.
In base a recenti studi effettuati nel Regno Unito e in Danimarca, questa nuova variante sarebbe più trasmissibile del 30% rispetto alla precedente.
Tuttavia, altre analisi in Regno Unito e Sudafrica, hanno mostrato che la malattia causata non è più severa e che i vaccini funzionano come hanno fatto fin ora.
Il gruppo specialistico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in merito all’evoluzione del Coronavirus, ha suggerito di monitorare Omicron 2.
Nel mondo si sono registrate circa 40 mutazioni e delezioni (ossia parti che non cambiano ma mancano) che lo distinguono dalla prima.
Alcuni si chiedono se non sia il caso di considerarla una variante a parte e non una subvariante, meritando una propria lettera dell’alfabeto greco.

I contagi nel mondo

A livello globale la variante Omicron è quella più diffusa.
Sulla base delle informazioni e delle sequenze evidenziate dalla piattaforma Gisaid – che fornisce l’accesso libero ai dati genomici dei virus – nelle ultime settimane Omicron 2 è aumentata rispetto a Omicron 1.
Negli ultimi 30 giorni, il 99,7% delle sequenze segnalate nel mondo a Gisaid sono costituite dalla variante Omicron e dalle sue subvarianti.
Di queste, la seconda rappresenta il 34% e il dato è in aumento.

I sintomi e la situazione in Italia

I primi dati analizzati in Danimarca su Omicron 2 mostrano che può infettare nuovamente anche coloro che hanno preso prima versione.
Al momento, però, questi casi sembrano rari e riguardano solo chi non si è vaccinato.
I sintomi sarebbero diversi dalla prima variante: le persone che hanno contratto il nuovo virus vengono colpite a livello intestinale, con mal di pancia, nausea, dolori all’addome e bruciore di stomaco.
Ieri mattina, 15 marzo, a Palazzo Chigi si sono riuniti il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, il Presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, e il Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro.
La riunione ha riguardato l’eliminazione graduale delle restrizioni, di cui si discuterà anche nel prossimo Consiglio dei Ministri.
Il nuovo aumento dei casi e la probabile presenza di una variante pongono nuovi interrogativi su tempi e modalità delle riaperture in Italia.