Era il ferito più grave di quello che è stato un sabato pomeriggio di follia: l’accoltellamento avvenuto a Rimini ha un colpevole, ma non c’è ancora un movente per quanto accaduto. Il piccolo Tamin, 6 anni, avrebbe dovuto vivere oggi il suo primo giorno di scuola se non fosse stato per il gesto compiuto da Somane Duula, 26 anni, di origini somale, che lo ha costretto all’interno di una stanza d’ospedale.
Accoltellamento Rimini, le parole del papà del bimbo ferito
“Stavamo passeggiando io, lui, mia moglie e una sua amica lungo viale Regina Elena quando all’improvviso, alle spalle, è arrivato di corsa l’aggressore e ha colpito mio figlio. Ha ferito lui, ma è stato un caso. Poteva ferire me, mia moglie, qualsiasi altra persona. È successo tutto in pochi secondi. È un miracolo che sia ancora vivo“: questo il racconto del papà del piccolo Tamin, che si trovava con lui sabato pomeriggio. Un colpo, quello inflitto dal 26enne, che ha rischiato di uccidere il bambino. Portato d’urgenza all’ospedale, la sua situazione è apparsa fin da subito abbastanza grave. Così è stato sottoposto a due operazioni d’urgenza, la prima nella serata di sabato e la seconda nella giornata di ieri. Entrambe sono riuscite e adesso il piccolo è fuori pericolo.
La prima ricostruzione dell’accoltellamento
Intanto si cerca di capire cosa abbia spinto l’aggressore a scagliarsi così nei confronti di cinque persone. Salito su un autobus di linea di Rimini, il 26enne ha prima accoltellato le due controllori presenti sul mezzo, per poi scendere e colpire una 27enne di Pesaro e un 77enne di Grugliasco. Infine, l’ultimo bersaglio è stato proprio Tamin, prima di essere fermato dalle forze dell’ordine. Adesso l’uomo, che è stato arrestato, è accusato di tentato omicidio per futili motivi e tentata rapina. Nelle prossime ore verrà sottoposto all’interrogatorio di garanzia da parte del gip per chiarire la dinamica di quanto si sarebbe potuta trasformare in una vera e propria strage.
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