Brutte notizie per “la signora del piano di sotto” che ogni condomino si ritrova a dover sopportare (insieme alle sue lamentele contro il cane o gatto di famiglia): è in vigore dallo scorso anno la norma integrativa all’ articolo 1138 del Codice Civile che riconosce a cani, gatti e company lo stato di “condomini”. Chi vive in condominio in compagnia del proprio cane o gatto lo sa: le lamentele sono pressanti e continue. “Il gatto non fa che miagolare!”, oppure: “Sento il cane che gratta contro la parete e guaisce!” sono solo alcune delle lamentele tratte dalla compilation dei soliti dirimpettai attaccabrighe. Questo accade, naturalmente, quando ad un condomino viene permesso di tenere il proprio pet in casa: già poiché molti proprietari fissano come regola il divieto di possedere cane gatto o qualunque altro animale domestico alle persone alle quali decidono di dare in affitto il proprio appartamento.
Leggi anche: viaggio nel tempo per una studentessa dell’Ohio
Si mettano, però, l’anima in pace condomini petulanti e proprietari di appartamenti da dare in affitto, perché il regolamento parla chiaro: vietato vietare il possesso di animali domestici in condominio! Dal 18 Giugno 2013 è infatti in vigore la legge 220/2012 (G.U. n° 293 del 17 Dicembre 2012) con le relative integrazioni che riconosce il diritto dei condomini di vivere col proprio animale domestico. Cane, gatto e company sono quindi ritenuti condomini a tutti gli effetti “Con diritto di residenza nella casa di famiglia” e non potrà più essere messo in atto divieto alcuno di possedere un pet, anzi.
Leggi anche:Ravenna, famiglia sfrattata e divisa dai servizi sociali
“Le norme del regolamento non possono alcun modo menomare i diritti di ciascun condomino “: la legge parla chiaro. Se nel contratto di locazione, inoltre, non vi è presenza di divieto a possedere animali domestici, i condomini petulanti potranno lamentarsi quanto vorranno, non ci sarà nulla da fare: il pet resta a casa e nessuna clausola al regolamento condominiale potrà essere appellata, citata, sezionata allo scopo di sfrattare il cane o il gatto che tanto ritengono fastidioso. L’animale più diffuso nelle case degli italiani è il cane (il 55% delle famiglie italiane ne ha almeno uno), seguito a ruota dal gatto (49%), entrambi già ritenuti “animali sociali” (poiché stabiliscono relazioni affettive sia con esseri della stessa specie che di specie diversa dalla propria) e membri della famiglia a tutti gli effetti. Dallo scorso anno i nostri amici a quattro zampe hanno ottenuto anche lo status di condomini!
Per ulteriori informazioni (e con buona pace della “signora del piano di sotto”): riforma condominio ed animali domestici