Conegliano (Treviso) – “E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”, disse una volta Albert Einstein. Triste ma vera, la citazione dello scienziato. Dimostrazione eclatante di come certi pregiudizi dettati da una buona dose di ignoranza siano duri a morire è la scandalosa vicenda capitata ad una comitiva di sette ragazzi affetti dalla Sindrome di Down a Conegliano, in provincia di Treviso. I ragazzi, accompagnati da una coppia di volontari dell’Associazione Italiana Persone Down, erano in procinto di partire lo scorso sabato, destinazione Venezia: una breve visita di due giorni che per il gruppetto di giovani, di età compresa tra i 24 e i 31 anni, è diventata una vera e propria odissea sin dal momento dell’acquisto dei biglietti alla locale stazione ferroviaria.
“CI FATE PERDERE TEMPO”. La comitiva dei simpatici ragazzi Down decide di mettersi in fila per l’acquisto del biglietto che li avrebbe condotti dapprima a Mestre, per poi giungere a Venezia con un secondo treno. I giovani, infatti, posseggono la “Carta Blu”, che non consente l’acquisto di ticket on-line: un’occasione più unica per rara per il gruppo di dimostrare la propria autonomia anche nelle cose più semplici, nell’ambito di un percorso fortemente promosso dalla stessa Associazione. Giunti davanti lo sportello, però, la spiacevole sorpresa: l’addetto alla biglietteria, infatti, a seguito di alcuni problemi che avevano provocato l’accodarsi di numerosi passeggeri, si sarebbe scagliato contro i ragazzi Down. “Ci fate perdere tempo”, avrebbe dichiarato l’addetto Trenitalia alla malcapitata comitiva. Un comportamento deprecabile, che ha costretto i giovani a prendere un secondo treno regionale per Mestre, due ore dopo.
“NON SONO SCEMO”. La vergognosa odissea alla quale i giovani ragazzi Down sono stati sottoposti, però, non è finita qui. Il clou della vergogna è stato raggiunto alla stazione ferroviaria di Mestre. Ennesima fila allo sportello, ennesimo insulto all’intelligenza di questi ragazzi. “Non posso farvi il biglietto per Venezia, perderei solo tempo“, ha esordito un altro addetto alla biglietteria Trenitalia. Che, non soddisfatto dell’asserzione fatta ai ragazzi, ha deciso di rivolgersi direttamente all’accompagnatrice del gruppetto. “Lasci perdere, mi ascolti. Ho più esperienza di lei: questi ragazzi non sono in grado di imparare. Se fate voi il biglietto per loro fate un favore alla comunità”. Un atto di arroganza misto ad ignoranza che l’Associazione Italiana Persone Down non intende lasciar passare.