E’ stato – e rimane ancora – uno dei casi di cronaca nera più tremendi e controversi della storia giudiziaria italiana. Una vicenda, quella del massacro del Circeo, che ha messo in cattiva luce la magistratura italiana tra evasioni rocambolesche, semi-libertà letali, morti non accertate. Andrea Ghira, Angelo Izzo e Gianni Guido erano, all’epoca dei fatti, tre giovani rampolli della Roma “bene”: viso acqua e sapone che avrebbe dovuto nascondere una malcelata sociopatia, i tre giovani seviziarono per un giorno ed una notte intera due giovanissime ragazze residenti nel quartiere popolare della Capitale – Donatella Colasanti e Rosaria Lopez – provocando la morte di quest’ultima.
MISTERO SUI RESTI. Del drammatico episodio che sconvolse l’Italia a metà degli anni Settanta è tornato ad occuparsi, nella serata di ieri, la trasmissione d’inchiesta “Chi l’ha visto?”. Ospiti in studio il fratello della Colasanti (morta di cancro nel 2005) e la sorella di Rosaria Lopez, in prima linea per assicurare giustizia vera alle proprie congiunte. Il vero giallo delle scorse ore riguarda la “presunta” morte di Andrea Ghira, che dal 1975 non ha scontato nemmeno un giorno di carcere per aver fatto passare a Donatella e Rosaria un autentico inferno in Terra.
“E’ dal 2005 che con il mio avvocato Stefano Chiriatti richiedo una nuova analisi: allora risultò una parentela, non una certezza al 99,9%, che è quello che deve venire fuori con l’esame del DNA. Donatella (Colasanti, n.d.r.) lo disse subito: “È vivo e sta a Roma”“, aveva raccontato in una recente intervista Letizia Lopez, sorella di Rosaria. Concetto ribadito dai congiunti delle due vittime del massacro del Circeo anche ieri sera in diretta TV ed avvalorato dal legale della famiglia Lopez e dalla genetista Marina Baldi, ingaggiata sempre dai familiari di Rosaria Lopez per fare luce su uno dei misteri più oscuri della cronaca nostrana.