Ecco perché esistono coppie che non riescono a lasciarsi

progetto e una serenità di coppia ma il bisogno di riempire lacune emotive (bisogno d’affetto, traumi da separazione, difficoltà di distacco, difficoltà a star soli…) e riproporre modelli di relazione e comportamenti appresi dall’infanzia magari proprio in famiglia. Non ci si riesce a staccare da una relazione frustrante proprio perché tutte le sofferenze vengono concepite come il normale prezzo da pagare per il mantenimento di un equilibrio apparente e per quei momenti di “fusione” col partner che offrono un minimo di soddisfazione ai propri bisogni.

Come uscirne?
Il libro “Donne che amano troppo” di Robin Norwood illustra molto bene la tendenza ad “amare troppo” e la sottile ma netta differenza tra “amare tanto” ed “amare davvero”, un problema tipicamente femminile ma frequente anche tra gli uomini nonostante non sia molto pubblicizzata. Per comprendere che c’è qualcosa che non va, per prima cosa rispondete con sincerità alle domande indicate ad inizio articolo: qual è la mia soglia di sopportazione? È questo il tipo di relazione che voglio? Sono felice? Di cosa ho bisogno?
Provate poi a mettere le vostre riflessioni nero su bianco, prendete un foglio e disegnate una bilancia: su un piatto scrivete i vantaggi e sull’altro gli svantaggi.
Da che parte penderà?
Guardatevi poi intorno, confidatevi con gli amici, sentite anche il parere di chi vede la coppia dal di fuori e quindi può offrire un punto di vista esterno più lucido. Parlatene con uno psicologo così che possa aiutarvi a comprendere se…