Roma, caccia aperta ai 2 evasi da Rebibbia: ricerche ovunque in Italia

rebibbia

Roma – La caccia agli evasi è aperta in tutta Italia. Il carcere di Rebibbia è stato setacciato da cima a fondo, ma Giampiero Cuttini e Sergio Di Palo hanno lasciato la struttura senza alcun dubbio: infatti, l’effettiva fuga dei due carcerati è rimasta oggetto di ricerche da parte del personale carcerario per gran parte della nottata e gli investigatori sono ancora convinti che Cuttini e Di Palo siano rimasti nei paraggi finché non avessero potuto allontanarsi definitivamente, una volta calmate le acque. La dinamica si sarebbe svolta secondo il più classico dei sistemi d’evasione: seghetto per le sbarre del cortine esterno del carcere ed una corda di lenzuola intrecciate, tramite cui calarsi dalla propria cella. La fuga dall’edificio sembra essere stata opera di un insospettato lavoro di logoramento delle sbarre del cortile perimetrale del penitenziario, ma, una volta ritrovatisi nel parcheggio riservato a guardie penitenziarie e personale della struttura di detenzione, i due fuggitivi si sarebbero facilmente dileguati percorrendo la via Tiburtina.

Proprio il “come” i due detenuti siano riusciti a segare le sbarre della cancellata esterna del carcere resta tra i principali interrogativi degli investigatori: lo strumento principale dell’evasione è stato identificato in una lima che i due devono aver dimenticato nel loro percorso di fuga, anche se in realtà si pensa che si trattasse di una suppellettile della loro cella, utilizzata per logorare le sbarre, un lavoro che avrà richiesto senz’altro molti mesi e pazienza. L’assenza di sospetti da parte della fitta sorveglianza interna fa, però, pensare che i due, non si sa come, siano riusciti a restringere i tempi di tale lavoro e abbiano orchestrato l’evasione in pochi giorni. L’allarme sonoro del carcere ha segnato l’inizio delle ricerche intorno alla mezzanotte di ieri e deve aver permesso a Cuttini e Di Palo di restare vigili e nascosti agli occhi delle guardie del penitenziario. La sorveglianza in tutta la Capitale si è fatta spietata, con posti di blocco organizzati in modo tale da monitorare qualsiasi movimento per le strade romane; anche gli ingressi del Grande Raccordo Anulare sono stati sorvegliati e l’uso di un elicottero, nonostante l’oscurità notturna, sembrava non poter lasciare alcuno scampo ai due evasi che ora si sta cercando di rintracciare in qualsiasi modo non solo nel Lazio, ma in tutto lo stivale. Non si sa se i due attendessero dei complici dall’altra parte delle sbarre e, quindi, se siano armati, ma si spera che la diffusione delle foto e delle generalità degli evasi possa aiutare Forze dell’Ordine e Carabinieri a catturare i fuggiaschi.