Gli eroi improvvisati appartenenti alla blasonata scuderia Marvel hanno fatto breccia nel cuore del pubblico italiano. “Guardiani della Galassia”, riadattamento cinematografico dell’ omonimo fumetto curato dalla geniale mente del regista James Gunn, supera l’ iniziale diffidenza di critici e “profani” della settima arte, che avevano storto il naso di fronte all’ ennesimo blockbuster derivato dal multimilionario franchise Marvel. Merito del cast, degli effetti speciali, di una trama che strizza l’ occhio ai “sentimentalismi” senza strafare, senza incorrere nel rischio di realizzare un prodotto melenso. E’ proprio nello “scanzonato” gruppo di supereroi il principale punto di forza di “Guardiani della Galassia”, un quintetto che nulla ha in comune con i bellissimi e integerrimi Vendicatori.
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Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Bradley Cooper e Vin Diesel sono i cinque protagonisti di “Guardiani della Galassia” che ben incarnano l’ immagine di cinque soggetti “a rischio”, criminali dall’ animo gentile il cui passato è stato contrassegnato da dolore e da perdite importanti. In particolare, colpisce al cuore la storia di Peter Quill alias Starlord, che perde la madre in tenera età e che viene rapito da un gruppo di mercenari provenienti da un’ altra Galassia. Peter è il tipico ragazzotto simpatico, dal fascino che conquista, con un’ ironia pungente ma non troppo; il ragazzo, unendo le sue forze assieme agli altri Guardiani della Galassia, non avrà il benchè minimo ripensamento ad affrontare il malvagio Ronan (un Lee Pace che dimostra, dopo la superba prova nel secondo capitolo della saga “Lo Hobbit”, di possedere l’ “allure” del bello e dannato) per garantire la salvezza dell’ intero Universo.
Nel corso della sua mirabolante avventura – scandita dal ritmo evergreen di alcune delle canzoni più famose degli anni Ottanta e da riferimenti a pellicole cult dello stesso periodo – Peter scopre che i suoi “soci” diventeranno ben presto una seconda famiglia, nella quale possono certamente sorgere incomprensioni e dispute, ma che possono essere risolte facilmente restando uniti e volendosi bene. Una morale sempreverde, mai trasposta in chiave totalmente “buonista”, che ha arricchito “Guardiani della Galassia”, evitando di classificare il film di Gunn solo come mero “virtuosismo” di effetti speciali, ben sostenuti dal comparto 3D, che offre allo spettatore la sensazione di partecipare attivamente alle battaglie di Starlord e soci.
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La coppia di personaggi più amata dai fan di “Guardiani della Galassia” è senza dubbio quella composta dal rude procione Rocket e dal dolce ma potente albero antropomorfo Groot, doppiati rispettivamente da Cooper e Diesel, quest’ ultimo in una veste del tutto nuova rispetto a quella del macho tutto d’ un pezzo che tutti noi abbiamo potuto ammirare nella saga di “Fast & Furious”. Le voci delle due star hollywoodiane non sono ovviamente fruibili nei nostri cinema (il consiglio è quello di soddisfare la propria curiosità acquistando il DVD per gustare “Guardiani della Galassia” in lingua originale), ma è certamente una prova d’ attore fuori dai generis per due interpreti che hanno mostrato tutto il proprio valore in generi cinematografici del tutto diversi. La realizzazione “pratica” dei due insoliti supereroi ha messo in luce tutte le virtù del comparto tecnico che ha senza dubbio fornito una marcia in più a “Guardiani della Galassia”. Un immenso plauso va anche ai truccatori, che hanno ottenuto pregevolissimi risultati nella realizzazione di personaggi talmente incredibili da risultare veri (come dimostrato dal “lavoro certosino” degli addetti ai lavori sul corpo di Drax, impersonato da Dave Bautista). “Guardiani della Galassia” racchiude in sè il giusto connubio di divertimento, qualità tecnica e colonna sonora azzeccatissima che senza dubbio non fa rimpiangere Iron Man e soci.