Un artista completo, un vero mito dell’italianità, simbolo di un’epoca – quella rinascimentale – dove l’uomo riscopriva il suo valore all’interno di una società in piena “fioritura”. Questo ed altro era Leonardo da Vinci: pittore, inventore, uomo dai mille talenti, la figura di Leonardo è stata da sempre oggetto di leggende “metropolitane”, non sempre facili da comprovare o sfatare. Gusti alimentari e preferenze sessuali del grande personaggio da Vinci sono state “bypassate” al microscopio da studiosi dell’inventore toscano, tra i quali spicca il Direttore del museo ideale Leonardo da Vinci Alessandro Vezzosi, uno dei fautori di un libro recentemente pubblicato che getterebbe una pesante ombra sulla presunta tendenza vegetariana di Leonardo.
“Leonardo non era vegetariano. Dalla lista della spesa di Leonardo alle ricette di Enrico Panero” è il titolo del volume, edito da Maschietto, presentato nei giorni scorsi in anteprima nazionale da Eataly Smeraldo a Milano alla presenza del fondatore Oscar Farinetti, curatore della prefazione del volume stesso. Il testo vuole essere un viaggio nella vita di Leonardo da Vinci, attraverso l’analisi attenta dei gusti culinari del “genio” effettuata tramite una ricerca certosina di lettere e ipotetiche “liste della spesa”. “Qui ci sono tutti quegli indizi che sembrano prove ma che comportano un’interpretazione – spiega il professor Vezzosi – Leonardo acquistava la carne, studiava ingegni per il girarrosto e l’effetto del fuoco sulla carne. Elementi che lasciano pensare, ma che non ci confermano che Leonardo mangiasse tutto quello che comprava”.
Una tendenza vegetariana, quella di Leonardo, non comprovabile al 100 percento, nonostante “Nel 1516 arriva in Italia la missiva di un amico di Leonardo il quale racconta di popolazioni indiane che come il nostro Leonardo non fanno male agli animali e non si nutrono di cose animate“, sottolinea sempre Vezzosi. Tale missiva può essere ritenuta una prova certa di una precisa scelta alimentare?