L’Italia si schiera per salvare Ali Al Nimr. L’ira dei Sauditi

INFORMAZIONI CONTORTE. Il Governo saudita ha tenuto, infine, a precisare i capi d’accusa che pendono sulla testa del povero Ali Al Nimr. “Al Nimr è colpevole di ben 14 reati – spiega Krimly – tra i quali: molteplici aggressioni armate contro mezzi della Polizia, contro personale e stazioni di Polizia con armi e bombe molotov, creazione di cellule terroristiche armate, protezione e assistenza offerta a terroristi ricercati, ripetute rapine a mano armata a danno di negozi e farmacie, nonché reiterati attacchi a proprietà private e pubbliche”. Se anche tali affermazioni fossero vere, l’Arabia Saudita avrebbe comunque il diritto di “martoriare” un ragazzo con tale veemenza?

Le associazioni umanitarie coinvolte nella campagna anti-condanna di Ali Al Nimr, nel frattempo, hanno ritenuto consono controbattere alle parole dure e choccanti dell’Ambasciatore Krimly. “In gioco non ci sono contestazioni o critiche nei confronti della cultura, della tradizione, degli usi e dei costumi della società saudita – conclude amareggiato Riccardo Noury di Amnesty Italia – In ballo c’è la questione dei diritti umani, che sono universali”.